CAMPIONATO MONDIALE DI CANOA MARATONA

CRESTUMA 18-20 SETTEMBRE 2009

 

 

 

Dal 18 al 20 settembre si è svolto a Crestuma, in Portogallo, l’ultimo dei Campionati Mondiali, quello di Maratona.

 

Crestuma è uno dei 24 comuni che compongono la municipalità di Vila Nova de Gaia, che fa parte del distretto di Porto.

 

Finita la sottospecie di botta di cultura, devo dire che la cosa più buona che ho assaggiato è stato il famoso vino Porto.

 

Sono arrivato a Gaia, dove erano stati alloggiati tutti coloro che in qualche modo erano coinvolti nel Campionato Mondiale, il giorno 16, perché il giorno successivo si sarebbe svolto un seminario per gli Officials, tenuto dai componenti la Commissione I.C.F.. Pensavo che il seminario sarebbe stato unidirezionale dalla Commissione I.C.F. a noi e che sarebbe stata coinvolta tutta la giuria.

Mi sono sbagliato su tutto.

Dei 17 elementi la giuria designata per i Mondiali, 11, me compreso, siamo stati convocati anche per il Seminario ed altri tre Officials sono stati convocati esclusivamente per il Seminario.

 

L’Official più esperto era il danese Lau Larsen, che ha sostenuto l’esame nel 1985. I più giovani erano Joseph Ang (Singapore) e Nina Mortensen (Danimarca), che hanno sostenuto l’esame nel 2006.

L’unidirezionalità non c’è stata, ma anzi il dialogo tra tutti i presenti, che si è sviluppato sulle linee impostate dalla Commission, è stato molto vivace. Gli argomenti sono stati: la definizione del trasbordo cosiddetto ideale, le scie, come riportare gli incidenti durante la gara, il controllo delle imbarcazioni e degli atleti all’imbarco e come riportare i punti che si toccano durante una gara.

 

Nei giorni precedenti il seminario, ci era stato richiesto dal Presidente della Commission Cronberg di inviare degli elaborati che sarebbero poi stati discussi insieme.

 

Per il trasbordo avevo mandato una proposta che cercava di tutelare gli atleti riducendo al minimo le possibilità di incidenti.

 

 

Pur essendo stata ritenuta valida la proposta, è stato rilevato che aveva un grosso inconveniente, gli atleti dovevano fermarsi al loro box. Fare, cioè, come in Formula 1 un pit stop.

 

Dopo una lunga discussione si è convenuto che il trasbordo ideale è il seguente:

 

 

Vale a dire un trasbordo di una lunghezza variabile dai 100 ai 150 metri, con pontone che permette, come lunghezza, lo sbarco contemporaneo di 4 K2, con due canali di scorrimento per gli atleti, di cui uno delimitato in entrata ed uscita da bandiere rosse, dedicato all’assistenza agli atleti, ed un’area di attesa per gli assistenti (due per ogni squadra). Gli assistenti possono entrare nell’area a loro destinata solamente da un punto e possono uscirne in due punti. Se entrano prima o escono dopo le bandiere rosse che delimitano l’area di assistenza, l’arbitro impedirà loro l’entrata e/o l’uscita dall’area di assistenza.

Il giorno di inizio delle gare, sarà stata una magia, abbiamo visto il trasbordo realizzato.

 

Per essere sicuri che nell’area di attesa per gli assistenti non ci fosse il mondo, ne sono stati fatti entrare al massimo due per nazione. L’assistente ha lasciato la sua carta di accredito all’entrata dell’area dove ha ricevuto una pettorina che lo identificava chiaramente.

Quindi se ci fossero stati degli incidenti, si trovava subito il responsabile, ma durante i tre giorni di gare non è successo niente e tutto si è svolto regolarmente.

La discussione su come impostare l’area di trasbordo è stata molto lunga e ha portato via molto tempo, a causa dei relativi cambiamenti regolamentari. Infatti, mentre con i vecchi giri di 6,5 – 7 km. il canoista doveva essere soprattutto un buon pagaiatore, oggi con i giri di 4,3 km., gli atleti devono essere anche, se non soprattutto, dei buoni corridori.

 

Per quanto riguarda le scie è stato ripetuto che non è permesso prendere la scia di barche più veloci, ma la scia tra barche della stessa classe e categoria è permessa. Si è discusso molto su quanto un atleta potesse rimanere in scia, e si è convenuto che la scia può essere portata sino al traguardo. Infatti, durante le gare, si sono visti molti atleti che sono stati in scia sino alla fine della gara. In Australia, quando vengono disputati i campionati nazionali, viene fatto un incontro con gli allenatori per discutere di argomenti ritenuti importanti dalla maggioranza dei partecipanti, incluse le scie.

 

L’argomento “scia” è stato messo in relazione alla partenza e quindi alla posizione degli atleti. Infatti, negli anni precedenti, si era visto che sorteggiando la posizione degli atleti sulla linea di partenza, poteva capitare di affiancare canoisti meno dotati tecnicamente ad altri molto bravi in grado di tenere una scia in partenza, quindi con acque molto mosse. Ci è stato detto al riguardo che, in futuro, il problema non dovrebbe più esistere perché, per determinare la posizione di partenza, si terrà conto della classifica finale del Campionato Mondiale dell’anno precedente. Nel caso in cui l’atleta non fosse stato presente, si terrà conto della classifica del Campionato Mondiale ancora precedente e, solamente se l’atleta non fosse stato presente anche quell’anno, in ultima analisi si procederà all’estrazione.

 

Pur non essendo all’Ordine del Giorno, si è parlato anche di quella che può essere la migliore posizione per l’arbitro di virata e qual è il numero ideale di boe per segnalare la virata. Per quanto riguarda le boe è emerso che 4 boe, massimo 5, costituiscono il numero ideale; così come il numero perfetto di arbitri alla virata è di due posizionati ai lati del percorso e non al centro della virata, come generalmente avviene.

 

 

Con questo metodo si possono valutare in modo ottimo le scie, le precedenze nel momento in cui gli equipaggi entrano in virata e le eventuali spinte sulle boe. 

Per quanto riguarda il punto degli incidenti in gara, si è convenuto di fare un report di massimo tre righe in cui si descrive l’incidente, e di consegnarlo al Capo del settore. Quindi gli arbitri di percorso avrebbero consegnato il report al Capo degli Arbitri di percorso, il controllo imbarcazioni al Capo controllo imbarcazioni, e così via.

 

 

 

Il controllo delle imbarcazioni e degli atleti è avvenuto in due momenti.

Nei giorni precedenti la gara, arbitri portoghesi hanno controllato le imbarcazioni, ma contrariamente a quanto avveniva negli anni precedenti, non è stato messo nessun adesivo sulla barca che attestasse l’avvenuto controllo. In pratica l’unico controllo ufficiale sulle imbarcazioni è stato quello del peso, al termine di ogni gara, per i primi quattro classificati. Tutte le barche sono risultate regolari.

 

Per gli atleti è stato introdotto un sistema che serviva anche per il pranzo. Infatti, gli atleti ogni qualvolta si presentavano al controllo imbarcazioni, o andavano a pranzo, dovevano passare il proprio accredito in un lettore. Il passaggio aggiornava in automatico la lista partenti. 

Il sistema per quanto buono possa essere si è dimostrato lento e ha causato, nelle gare con un numero partenti elevato, delle code.

 

 

E’ stato controllato l’abbigliamento degli atleti, è l’unica diversità tollerata era la maglietta sotto il body, ovvero nelle barche doppie potevano anche non averla tutti e due. Per la divisa nazionale la tolleranza è stata zero.

I brasiliani del C2 hanno avuto problemi perché avevano solamente le magliette bianche e dei pantaloncini blu con la scritta BRASIL sul sedere.

 

Non essendo tale abbigliamento conforme alla divisa nazionale, gli era stato impedito l’accesso alla partenza. Poi, in considerazione che la loro era l’ultima gara del Campionato Mondiale, sono stati fatti entrare in acqua.

 

L’ultimo punto trattato nel Seminario è stato il riportare su un documento tutti i punti che si toccano in una gara, vale a dire quello che in Italia non vediamo mai, la cartellina documentazione gara. Infatti la Commission ha un documento dove viene riportato tutto, anche se i pasti degli atleti sono buoni o meno.

 

Al termine della giornata, devo dire un po’ pesante, c’è stato il ringraziamento della Commission per i suggerimenti fatti ed un arrivederci alla Cerimonia di Apertura.

 

Cerimonia che è stata la più brutta che ho visto. Si è svolta tutta nel municipio di Vila Nova de Gaia, nella Sala Consiliare, dove non siamo riusciti ad entrare tutti. Ci sono stati i soliti discorsi e dopo una ventina di minuti, liberi tutti. Visto che avevamo cenato alle 17.30 e che alle 19,15 eravamo già liberi, sono andato a visitare Porto con i colleghi portoghesi.

 

Città carina di circa 240.000 abitanti, è la seconda del Portogallo. Lungo la riva del Douro si trovano le cantine delle marche più apprezzate di Porto, vino famoso in tutto il mondo. Tutti gli anni si svolge la Red Bull Race, una competizione acrobatica per aerei che raccoglie molta gente lungo le rive del Douro.

 

Finalmente iniziano le gare. Sono al controllo imbarcazioni, quindi devo andare un po’ prima degli altri sul campo, che si trova a 20 – 30 minuti, a seconda del traffico, dall’albergo. Sono in postazione assieme a Christine Laws, Official inglese, ed Antonio Peniche, Official portoghese, e due colleghi arbitri portoghesi. Va tutto per il meglio. Gli atleti si presentano con la divisa corretta e con le barche con le pompe manuali. Quelle elettriche sono proibite. E’ permesso invece andare in gara con il GPS o con l’orologio Polar, che svolge la funzione di cardiofrequenzimetro.

 

Il percorso non è proprio identico al format deciso dalla Commission, ma rispetta le nuove linee, ovvero linea di partenza e di arrivo e trasbordo, tutto nella stessa zona in modo che il pubblico possa vedere bene.

 

Purtroppo le gare del primo giorno non iniziano molto bene per noi. Tre nostri equipaggi, non abituati alle partenze con molti atleti, cadono in acqua perdendo molto tempo, ma nonostante ciò hanno disputato delle gare eccellenti. Per altri equipaggi prosegue tutto molto bene, tanto che Stefania Cicali, disputando una gara tatticamente magistrale, si laurea Campionessa del Mondo.

Il secondo giorno di gare continua sulla scia del giorno precedente. Carlo Cecchini e Leon Galeotti conquistano con una gara tiratissima, solo 6 secondi e 66 centesimi di distacco, il secondo posto nel K2 Junior. Un grande risultato accompagnato da ottimi piazzamenti degli altri equipaggi italiani. Purtroppo Marco Lipizer, nel K1 Senior, si è dovuto ritirare e ha privato la gara di un certo interesse.

 

Domenica 20, terzo ed ultimo giorno di gare.

Si comincia subito con il K2 Senior Femminile di Anna Alberti e Stefania Cicali. Termineranno quarte conquistando così un altro brillante risultato che qualifica ulteriormente la spedizione italiana a questi Mondiali.

 

La cosa che più mi ha sorpreso è stata la gran differenza tra bassa e alta marea. Il 19.09, secondo giorno di gare, la differenza massima è stata di 4,40 mt., negli altri giorni si arrivava a 4,20 mt.  Aldilà del dato in sé, questo ha voluto dire che, tra chi ha fatto le gare al mattino e chi le ha fatte al pomeriggio, c’è stata la differenza di una montagna. Tale poteva apparire il punto del trasbordo, immediatamente dopo il pontone di sbarco, che portava all’area di passaggio dove c’era l’assistenza.

 

Lunedì 21 riparto con un po’ di timore per il viaggio in aereo (sembra un giocattolo), ma certamente soddisfatto per avere ritrovato vecchi amici, per aver vissuto un’esperienza professionale che ho cercato di riportare nella sua interezza e per aver gioito per i brillanti risultati della nazionale.

 

Stefano Zsigmond

 

la giuria al gran completo

la chiesa di Crestuma

..Riedl e Hauser dell'ICF

Municipio Vila Nova de Gaia

controllo imbarcazioni

bassa marea

alta marea Uscita trasbordo alta marea
Briefing 1 & 2 tre ungheresi originali e mezzo infiltrato
Entrata trasbordo alta marea Entrata trasbordo bassa marea Free climbing trasbordo

       K2 riscaldamento                                                                                    C2 in partenza       
ore 7,10 Sveglia... Si torna in Italia

La squadra italiana all'apertura

Una nota di colore .....Raffaele Cicala

 

 

(Foto di Stefano Zsigmond)