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Il mondo delle Gare:  le motivazioni e la preparazione      AquiStack.jpg (6614 byte)

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Le Motivazioni: perché faccio gare ?

                 Questa è una domanda che mi sento fare molto spesso: "Perché fai gare ?"  La risposta varia da individuo ad individuo, ogni pilota trova in gara differenti motivazioni per partecipare e per impegnarsi, come in qualsiasi altro ambiente di sport agonistico. Personalmente far gare è innanzitutto un gran bel divertimento ! Guai se non fosse così ! Far gare significa conoscere altri piloti con cui condividere la stessa voglia di progredire, avere un motivo per migliorarsi, avere uno scopo negli allenamenti, una meta da raggiungere. L'ambiente delle gare non è esasperato, è ancora (speriamo che duri) a misura d'uomo. Con  gli altri piloti si hanno sistematici scambi di informazioni (suggerimenti, trucchetti, nuove figure) e c'è sempre qualcosa da imparare. Si provano nuovi modelli di aquiloni, insomma lo spirito collaborativo è d'obbligo. Ritengo sia un aspetto molto importante per crescere in termini di "tecniche di pilotaggio" stare a contatto con altri piloti, meglio se più bravi di noi... Non credo molto in chi si isola: generalmente si prendono dei "vizi" (movimenti errati)(proprio perché nessuno te lo fa notare) che in seguito, difficilmente, saranno corretti. La continua ricerca del miglioramento e la sistematica verifica nelle gare fa sì che il pilota sia costantemente in crescita. Ognuno di noi ha sperimentato quanto sia stimolante vedere una bella video di voli acrobatici e subito dopo andare a volare per ripetere tutto quello che si è appena visto... bene, facendo gare, tutto ciò è a portata di mano... in carne ed ossa ! Quando si vola "per divertirsi" si tende ad evitare "quella figura" perché "viene male", mentre se si è coscienti che si affronterà una gara, si ripeterà "quella figura" per centinaia di volte, per impararla, ed eseguirla in modo corretto in gara. Sono sicuro che non avrei MAI imparato a fare un "quadrato" fatto bene se non fosse stato per prepararmi ad una gara... dopo la gara, tuttavia, imparato il "quadrato", è entrato nel bagaglio di esperienze personali.

 

La preparazione psico-fisica

             La mia preparazione alle gare è sicuramente psico-fisica. La parte psichica consiste nel trovare il giusto spirito, il giusto equilibrio per affrontare la gara in assoluta serenità e senza affanno. Una gara di aquiloni va affrontata con i nervi a posto: concentrato, determinato e tranquillo. L'aquilonismo sportivo è una disciplina che non verte sulla forza fisica, bensì sulla sensibilità e concentrazione. Essere nervosi, "subire" la gara, i giudici, il pubblico, porterà il pilota ad   "eccesso di potenza" o "fretta a chiudere la manovra" con conseguenti errori di pilotaggio. La tranquillità interna mi nasce sostanzialmente da due convinzioni: 1'- le gare per me sono un divertimento, non un obbligo, non un lavoro,  non una prova d'esame ; 2'- sto dando il meglio di me, il resto non conta. E' innegabile che arrivare anche ben preparati alla gare aiuta ancora di più, l'allenamento fisico è altresì importante !

          Una buona preparazione fisica nasce senz'altro dalla qualità dell'allenamento e non dalla quantità. Non serve passare ore a fare 3000 axel a casaccio al secondo, meglio farne 10 ma ragionati !   La cosa fondamentale è: prima immaginare cosa l'aquilone "deve fare", poi eseguirlo, poi verificare se c'è attinenza tra le due. In gara la cosa fondamentale non è il "trick" , ma il trick eseguito in modo preciso, controllato. Ecco perchè durante gli allenamenti cerco di eseguire ad esempio 10 axel, ma devono essere tutti alla stessa velocità, quota, inclinazione. Solo così si è veramente padroni della manovra. E' vero tuttavia che per imparare un trick (evoluzione) bisogna ripeterlo per centinaia di volte. Un episodio: l'anno scorso stavo insegnando ad un promettente pilota tredicenne il "Fade-recover" (uscita dal fade). Dapprima ci siamo limitati a capire come ci si doveva muovere, poi una volta che il giovane pilota l'aveva razionalizzata ed eseguita per diverse volte io gli dissi: "OK, adesso la ripeti per 500 volte consecutive !" Non oso immaginare cosa avrà pensato di me..., comunque si è messo all'opera... Inutile dirvi che mentre all'inizio del training la percentuale di errore era 4 su 10 tentativi, alla 500' la percentuale era scesa ad un errore su 20 !!!  Questo è un aspetto molto importante dell'allenamento: "generare degli automatismi" cioè abituare le nostre braccia a fare un certo movimento (corretto) sempre uguale e in modo automatico. Questo è un metodo usato in tantissimi sport.

 

Il balletto

        Allenarsi sulla tecnica di pilotaggio non basta, per prepararsi ad una gara bisogna anche costruire una "routine" cioè "Il Balletto" !  La scelta della musica è importantissima; scartate musiche ritmate in modo costante (ad esempio rock, disco, funky) non vi permetterebbero di sfruttare i "tempi di volo" dell'aquilone. Meglio musica classica, new-age, colonne sonore di film, musiche orchestrali; l'importante è che sia variegata, che abbia momenti di impeto e di calma. E' possibile formare la vostra base musicale unendo vari spezzoni di brani diversi, cercate sempre tuttavia di formare un "crescendo", è più gratificante ! Fate una lista delle figure tecniche che volete presentare ed ascoltando il brano trovate la giusta collocazione. Ricordate che dovete interpretare la musica, non fare sfoggio di tricks, quella è la prova di free-style, non di balletto !!! Costruite pezzo per pezzo la coreografia provandola dapprima con lo "stick" (bastoncino con attaccato in fondo un aquiloncino) in casa, poi direttamente con l'aquilone per verificare che i "tempi di volo" coincidano con la musica. Usate la fantasia, la creatività, non fossilizzatevi su schemi già visti, inventatene sempre uno vostro. Non siate ripetitivi, cercate la "sorpresa" , la "suspence" e vedrete che poco a poco il vostro balletto prenderà forma ! Vi ricordo ancora una volta che dovete "interpretare" la musica !!!