Maggio 2005
Sapevate
che nel secolo scorso ben tre pandemie influenzali hanno causato migliaia di
vittime?
Nel
1918, nei soli Stati Uniti, il contagio influenzale (virus della Spagnola) ha
provocato 675.000 vittime, nel 1957 e nel 1968 altre epidemie influenzali - particolarmente
virulente - produssero elevati tassi di mortalità.
Pensate
– inoltre - che l’epidemia influenzale del 1918 colpì principalmente persone
giovani, comunque d’età inferiore ai 65 anni!!
Da
alcuni anni, emeriti studiosi stanno cercando, grazie alle moderne tecnologie,
di capire come, dove e quando, una banale influenza può generare pandemia, cioè
epidemia mortale.
Purtroppo
le caratteristiche dei virus sono tali che la loro capacità di mutazione e
riassortimento è superiore alle nostre attuali conoscenze per ostacolarli
compiutamente.
State
– però – tranquilli perché solo pochi virus influenzali sono potenzialmente
pericolosi per la salute della maggioranza della popolazione.
L’influenza, infatti, si manifesta in
tre forme principali: A, B e C.
Le
ultime due infettano solo gli esseri umani e non hanno mai provocato pandemie,
mentre i virus del sierotipo A contagiano una gran varietà d’animali, incluso
il pollame, i suini, i cavalli, gli esseri umani e gli altri mammiferi.
I
virus di tipo A sono particolarmente virulenti perché, per passare da una
specie all’altra, hanno avuto una mutazione genica che ha loro permesso di
superare barriere di specie, virus aggressivi di fronte ai quali le nostre
risposte immunitarie risultano deboli ed impreparate.
Gli
uccelli acquatici, come le anatre, fungono – generalmente – da serbatoio naturale
per tutti i sottotipi conosciuti d’influenza A; il virus infetta l’intestino
dell’uccello senza causare sintomi, tuttavia, questo ceppo può mutare nel tempo
o scambiare materiale genetico con altri ceppi influenzali, producendo nuovi
virus che sono in grado di diffondersi in altre specie, uomo compreso.
Il
meccanismo d’infezione, in tutti i casi d’influenza, è semplice: il virus
infetta la cellula ospite tramite una proteina presente sulla superficie del
virus; questa proteina permette il passaggio del virus all’interno della
cellula vivente dove esso si replicherà; un’altra proteina – poi – libererà i
virus neoformati che usciranno dalla cellula infettata per infettarne altre.
La
capacità dell’aggressore di eludere il sistema immunitario di difesa oppure la
sua particolare aggressività generata da anomale combinazioni virali, fanno la
differenza tra una banale influenza ed una pandemia influenzale.
Come
sapete, i ceppi influenzali sono diversi quasi tutti gli anni (ricordate nomi
diversi ogni anno!?!) perché essi hanno grandi capacità adattative ed evolutive
ma …..anche il nostro sistema immunitario è ben equipaggiato, in condizioni di
normale efficienza.
A proposito, non stressatevi troppo se volete mantenere efficiente il sistema di difesa del vostro organismo! Lo stress, infatti, indebolisce il sistema immunitario che diventa così più debole nell’affrontare le aggressioni virali!
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