Gauguin
Van Gogh, l’introverso e Gauguin, l’estroverso.
Van Gogh, uomo inquieto e pittore
insoddisfatto. Gauguin, uomo sereno
e pittore innovativo.
Van Gogh è stato un pittore che, nella
fedele rappresentazione della natura, trovava la pace con sé
stesso. Gauguin è stato un pittore
che, nella ricerca del nuovo, trovava stimoli e realizzazione.
Van Gogh si sentiva inadeguato, di fronte
alle frequenti pressioni del fratello mercante d’arte e dell’amico Gauguin, che lo esortavano
a cambiare qualcosa della natura che amava dipingere così fedelmente. Questo
senso d’inadeguatezza, rispetto alle innovazioni artistiche della sua epoca,
credo abbia contribuito allo sviluppo della malattia mentale degli ultimi anni della sua vita.
Mentre la malattia mentale di Van Gogh degenerava fino al suicidio, Gauguin andò a Tahiti (nel 1891), deciso a trovare un mondo vergine dal
quale attingere nuovi motivi ispiratori.
Risale a quel periodo
la stagione artistica più feconda e creativa di tutta la carriera di Gauguin.
Nelle Isole Marchesi, Gauguin morirà felice ed appagato.
Van Gogh incontrò Gauguin nel
Gauguin lo raggiunse, ma il loro sodalizio
s’interruppe presto e bruscamente; Van
Gogh cominciò, infatti, a dare segni evidenti della sua malattia nervosa,
arrivando a tagliarsi un orecchio.
Van
Gogh non nasce
pittore, lo diventa studiando, spronato dal fratello Théo, mercante
d’arte.
I suoi primi dipinti hanno tratti elementari e la stesura
del colore appare impacciata.
Gauguin, invece, maturò la
passione per l’arte in maniera autonoma, anche se, prima, fece
tutt’altro (il marinaio e l’agente di cambio).
Per entrambi –
tuttavia – la carriera artistica era un modo a portata di mano (nel vero senso della parola!) per evadere dalla misera, per
affrancarsi dalla povertà.
Gauguin
Paul Gauguin, allievo di Pissarro, osservava ed
elaborava la natura, introducendo toni, colori, elementi nuovi; dipinse non ciò
che vedeva ma ciò che immaginava di vedere.
Ricordo – al riguardo - per le forme solide, i primi piani
ed i colori audaci immaginari:
“La visione del
sermone” del 1888 –
National Gallery of Scotland – Edimburgo
Del periodo tahitiano ricordo per fascino e bellezza:
“Tre tahitiani” del 1899 - National Gallery of
Scotland – Edimburgo
“Idillio a Tahiti” del 1901 – museo di Zurigo
“L’offerta” del 1902 – museo di Zurigo.
Van Gogh
Vincent Van Gogh, allievo della sua volontà e della sua debolezza emotiva, ama gli impressionisti ed è la natura
la sua “modella”.
Egli cercherà di rispondere alle pressioni, sforzandosi
d’introdurre elementi di modernità, come nell’ “Autoritratto con cappello di paglia”
dai colori intensi e dai tocchi moderni, dipinto a Parigi nel 1887 o come “Madame Roulin” del 1888-89 dipinto alla
maniera di Gauguin, cioè con tratti marcati e sfondi
accesi.
Questi dipinti, anche se molto ben riusciti per noi che li
guardiamo, per lui devono essere state violenze
artistiche al suo essere.
L’inquietudine degli ultimi anni è ben visibile in dipinti
come “Farfalle in giardino” del 1889
o “Campo di papaveri” del 1890 o “Sentiero di notte in Provenza” del 1890,
dove le macchie di colore sostituiscono linee e contorni definiti. Qui c’è la
modernità e l’originalità dei dipinti di Van Gogh. La malattia mentale gli ha –
così – fornito nuova linfa espressiva!!
Queste mie conoscenze si sono rese possibili grazie alla
bellissima mostra allestita al Museo di
Santa Giulia a Brescia dal 22 ottobre 2005 al 19 marzo 2006 ed intitolata
“Gauguin – Van Gogh: l’avventura del colore nuovo”. Vista la grande
affluenza di pubblico, consiglio di prenotare la visita sul sito www.lineadombra.it per evitare lunghe
code alla biglietteria.
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