LE RAGIONI DELLA VAL SUSA 

 

 

Dicembre 2005

 

Le proteste che interessano la costruzione della linea ad alta velocità ferroviaria in VAL SUSA (Piemonte) sono fonte di preoccupazione governativa, ma rispondono a sacrosante esigenze di trasparenza e salubrità dell’opera.

 

L’opera prevista preventiva un costo di 2,4 miliardi d’euro per la tratta nazionale italiana, 6,7 il  tunnel internazionale e 6,1 per la tratta nazionale francese.

La super galleria è di 53 chilometri di cui 8 in territorio italiano e 45 in territorio francese, ma il ministro Lunardi ha deciso che il 63 % del costo della tratta internazionale sarà a carico degli italiani.

 

Andiamo per ordine.

Utilità dell’opera: fu progettata come linea merci, ma non basta costruire una linea ferroviaria per far viaggiare le merci su rotaia, cioè se mancano le infrastrutture che permettono di far arrivare le merci dalla fabbrica alla rotaia e dalla rotaia al destinatario, le aziende non sono incentivate ad utilizzare la linea ferroviaria. Di fronte a quest’evidenza, i nostri “eroi” pensarono che potesse essere vantaggiosa per il trasporto passeggeri, perché bisognava trovare una giustificazione! Giustificazione, questa, meno sostenibile dell’altra: un volo low-cost costa meno!

Problemi ambientali e di salute dell’area: diversi rilevamenti geologici hanno messo in evidenza la possibilità che, nella roccia che si andrebbe a perforare, ci siano amianto, uranio ed altre sostanze tossiche che, a cielo aperto, potrebbero creare inquinamento ambientale con rischi per la salute della popolazione.

Costo dell’opera: come ho prima esposto, il costo dell’opera è notevole, non sono chiari i vantaggi per la collettività, mentre è chiaro che sarebbero i cittadini a sostenerne il costo.

Esistono – tuttavia - interessi economici di parte. Vediamoli.

Ad incassare, tanto per cominciare, sarà la Rocksoil della famiglia Lunardi, incaricata delle prime trivellazioni in Francia, sì in Francia, così potrà essere scavalcato il conflitto d’interessi. In Italia incasserà la Cmc di Ravenna.

Governo locale: le proteste sono anche motivate dal fatto che il governo centrale ha dimostrato ben poco interesse a coinvolgere la popolazione locale nella gestione dell’opera, nonostante le problematiche che la riguardano da vicino. La comunità locale ha lamentato l’arroganza delle autorità centrali, nonostante le richieste di concertazione provenienti anche dai sindaci dei comuni interessati.

 

Sono solidale con gli abitanti della Val Susa, perchè quest’opera è di dubbia utilità per la collettività e con un costo che è pari a quattro ponti sullo Stretto di Messina, da prelevare dalle nostre tasche.

 

 

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