PSICOLOGIA DELLA VACANZA

 

 

luglio 2004

Mare o montagna, lago o collina, relax o avventura, alla base della scelta di un tipo di vacanza c’è sempre la ricerca del piacere.

Gli psicologi ci dicono che scegliamo un posto piuttosto che un altro, un tipo di vacanza piuttosto che un’altra, per compensare l’eccesso o la carenza di stimoli della vita quotidiana.

Questa analisi mi sembra troppo schematica perché tocca le due estremità di un filo senza nemmeno accarezzarne l’intera superficie.

Voglio dire che, se la vacanza fosse una compensazione di un eccesso o di una carenza di stimoli della vita quotidiana, significherebbe che la vita quotidiana è priva d’equilibrio (eccesso o carenza) in altre parole squilibrata. Beh, mi sembra una generalizzazione!!

La quotidianità è fatta di routine e di cose da fare per vivere, la vacanza è la parentesi, il punto e virgola, la virgola, il punto esclamativo.

Vacanza è staccare la spina ma, a volte, è essa stessa routine quando – per pigrizia o per abitudine – si và negli stessi posti, con la stessa gente, forse condizionati da figli e/o parenti.

Allora, diciamo che la vacanza ideale è quella rilassante e rassicurante se conduciamo una vita stressante, è quell’avventurosa se conduciamo una vita povera di stimoli, è quella che ci dà, in ogni modo, piacere per l’arricchimento di conoscenze e di sapere che l’accompagna.

Io non credo che la vacanza sia un’evasione dalla realtà, come sostengono alcuni psicologi che ritengono che l’annuale esodo di massa sia il disperato tentativo di terapia di una società postindustriale malata, che ha ormai rinunciato a lottare per avere città più vivibili e condizioni di lavoro più umane.

Beh, vorrei fare alcune osservazioni al riguardo.

Io credo che la gente và in vacanza in massa in agosto, principalmente, perché la maggior parte delle fabbriche chiude in agosto, pertanto ha le ferie in agosto.

Inoltre, si sposta per cercare un po’ di refrigerio dalla calura estiva.

I motivi reali dell’esodo di massa mi sembrano più pratici che teorici!!

Inoltre, la gente non ha smesso di lottare, tutt’altro, lotta quotidianamente ed ha così "fame" di una pausa.

La vacanza è una costola della realtà ed il come passiamo le nostre vacanze influenza il nostro stato d’animo quotidiano, la vacanza non fornisce una rinnovata capacità di sopportare la realtà ma nuovi stimoli e/o nuove energie per lottare e per affrontare la quotidianità.

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