URANIO IMPOVERITO

 

Qualche mese fa, le prime pagine dei giornali riportavano la notizia di alcuni militari italiani, reduci dalla guerra nell’ex-Jugoslavia, colpiti da leucemia.

Esplose la polemica sui proiettili all’uranio impoverito.

Rinverdiamo l’argomento?

Cos’è l’uranio impoverito?

L’uranio in natura è una miscela di tre isotopi: l’uranio 238 corrispondente al 99,27% dell’uranio naturale, l’uranio 235 è presente per lo 0,72% e l’uranio 234 costituisce appena lo 0,0055%.

L’uranio 235 è la componente che dà capacità di fissione cioè fa sì che il nucleo dell’uranio possa scindersi in due nuclei di peso inferiore, liberando una gran quantità d’energia.

Per migliorare le prestazioni nelle reazioni nucleari basta, quindi, aumentare la quantità utile di U235 ed ottenere così uranio arricchito.

Un nucleo impoverito di U235 sarà l’altra faccia dell’operazione.

L’uranio impoverito ha un peso specifico molto alto con una capacità notevole di penetrazione e, pertanto, risulta essere molto utile nelle armi anti-carro; il carro sarà pure armato ma quel proiettile all’uranio non dà scampo e quel carro è come fosse cartone!!

Può provocare leucemie?

Gli scienziati affermano che l’uranio impoverito può diventare pericoloso solo se inalato o ingerito; è più tossico – si deposita come i metalli – che radioattivo.

Io dico che, in guerra, i fattori di rischio sono tanti: inquinamento chimico a causa dei bombardamenti di industrie chimiche e/o depositi militari, inquinamento da benzene (idrocarburi) usato per pulire le armi o, come in Irak, a seguito di esplosioni di depositi, ecc..

Il nesso causa-effetto tra proiettili all’uranio impoverito e leucemie non è certo ma è certo il nesso guerra-malattie!!!!

 

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