IL TRATTATO DI NON PROLIFERAZIONE NUCLEARE

 

 

 

Novembre 2005

 

Il trattato di non proliferazione nucleare (TPN) entra in vigore nel 1970 per volontà di cinque superpotenze: Stati Uniti, Gran Bretagna, Unione Sovietica, Francia e Cina. Gli stati firmatari sono 189, ma non aderiscono paesi come India, Pakistan, Israele e Corea del Nord, sicuramente dotati d’ordigni nucleari.

 

Prima che nascesse il TPN, il riarmo nucleare rappresentava un elemento di deterrenza reciproco, della serie “se usi la bomba, ne subirai le conseguenze, perché l’ho anch’io”.

Un equilibrio instabile, quello dettato dalla deterrenza reciproca, che il TPN voleva rendere stabile.

 

I pilastri su cui poggia il TPN sono: disarmo, non proliferazione e uso pacifico delle tecnologie nucleari.

 

Dal 1970, ogni cinque anni, gli stati firmatari s’incontrano per rinnovare l’impegno e prendere decisioni sull’argomento.

Le decisioni vengono prese all’unanimità, della serie “dentro o fuori”.

Purtroppo, gli stati firmatari non si sono trovati d’accordo sull’entrata in vigore del trattato sulla proibizione degli esperimenti nucleari e, si ha l’impressione che il disarmo nucleare è visto da molti come sempre più marginale.

 

Oggi, possedere ordigni nucleari è considerato un vantaggio competitivo da paesi con equilibri e governi instabili.

Gli arsenali ridotti dei nuovi paesi “nucleari” ha cambiato la logica del riarmo: da deterrenza a ricatto. Inoltre, si potrebbe innescare un effetto domino: se la Corea del Nord ha la bomba atomica, la Corea del Sud potrà starne da meno? Ed il Giappone, che stà lì vicino? E Taiwan, che si sentirebbe circondato?

 

E poi c’è il nucleare civile che impiega tecnologie duali, ovvero che possono essere utilizzate per scopi civili e militari: ad oggi 30 paesi hanno centrali atomiche con cui producono elettricità.

E poi c’è la mina vagante del terrorismo.

Secondo Mohamed el Baradei, direttore generale dell’International Atomic Energy Agency (IAEA), gli Stati che sanno come fare per arrivare alla bomba sono 40.

 

Questo scenario può avere come risultato il controllo reciproco, ma – il nucleare in mano a fondamentalisti ed a governi irresponsabili – può avere risultati devastanti.

 

Come può la comunità internazionale esercitare un controllo?

Vedrei bene un osservatorio internazionale che applica un sistema di premi e punizioni.

Certo, il TPN – nato ai tempi della Guerra Fredda – va rivisto in funzione dei nuovi scenari mondiali.

 

 

 

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