DOV’E’ IL TAXI?

 

Marzo 2006

 

I tassisti si lamentano di tariffe troppo basse, i clienti si lamentano di tempi d’attesa troppo lunghi. Il cliente ha sempre ragione, ma…………

 

Le licenze in Italia, come in molti altri paesi occidentali, sono limitate, ma insufficienti.

A Roma, ad esempio, ci sono 2,1 taxi ogni mille abitanti ed a Milano ancor meno, contro i 9,9 di Barcellona e gli 8,3 di Londra, mentre con Parigi si potrebbe proporre un gemellaggio (2,4 taxi ogni mille abitanti) = l’Italia (ma anche la Francia) ha pochi taxi (regolari) in circolazione.

Una ricerca commissionata, qualche tempo fa, dal Comune di Roma, ha rilevato che circa il 20% delle richieste di una vettura libera rimangono insoddisfatte, quota che aumenta fino ad arrivare al 40% nelle ore di punta = l’Italia non è in grado di rispondere al numero di richieste di taxi.

 

L’aumento delle licenze trova sempre molte resistenze da parte di chi già ce l’ha,   evidentemente per timore di perdere guadagni già ridotti all’osso = i tassisti italiani si   lamentano degli scarsi guadagni, ma le tariffe applicate a New York, per esempio, sono più basse.

 

 

                                      

 

 

 

 

 

 

 

L’ipotesi, poi, di una liberalizzazione è fortemente osteggiata dai taxista perché vedrebbero deprezzarsi il valore della loro licenza , oggi tra i 120 ed i 160 mila euro = i tassisti italiani si chiudono a riccio di fronte alle novità.

 

All’estero, le situazioni migliori si rilevano a:

-          Berlino, dove la facilità di ottenere il permesso (basta avere la patente da almeno due anni e sostenere un piccolo esame), può rispondere con efficienza alla domanda degli utenti;

-          New York, dove taxi e licenze sono – per lo più – proprietà d’imprese ed i tassisti ricevono un piccolo fisso ed una percentuale sugli incassi; i taxi newyorkesi, spesso guidati da immigrati recenti, applicano tariffe più basse che in Italia.

 

In Italia, la carenza di taxi – rispetto alle esigenze – innesca meccanismi d’abusivismo e mafie, a cui i regolari dovrebbero dare più peso, quando vanno a trattare sul numero delle licenze o a parlare di liberalizzazione.

Voglio dire che la rigidità ed il protezionismo non pagano, in nessuna trattativa.

Se il numero dei taxi fosse sufficiente ed i tempi d’attesa fossero …umani, beh, non ci sarebbe spazio per abusivi e mafie …. questi sì che vanno a rosicchiare i guadagni dei regolari, non altri tassisti perchè loro sarebbero regolamentati.

 

I Comuni dal canto loro potrebbero fare qualcosa in più per ridurre i tempi d’attesa in città, ad esempio, facendo corsie preferenziali.

 

Sono stata a Londra ed ho avuto bisogno di un taxi, niente di più facile e veloce: niente code, basta alzare una mano, in qualsiasi punto della strada in cui ci si trova, verso il primo taxi libero che viaggia lentamente in cerca di clienti; tempo d’attesa? Non più di una manciata di minuti!

 

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