S.S.L. (il sistema sanitario lombardo)

 

 

 

Il titolo di testa del settimanale Diario citava "dieci funzionari sotto inchiesta, un assessore indagato, un altro rinviato a giudizio, un presidente di commissione in carcere ed un avviso di garanzia anche per il governatore Formigoni". Con queste premesse, l’approfondimento è d’obbligo.

Sì, parliamo di Milano e degli affari dei suoi politici.

Non voglio però scoperchiare troppe pentole bollenti ed allora mi limito ad una riflessione sul sistema sanitario lombardo.

Del sistema di truffa ai danni della Regione fatto dal dottor Longostrevi, morto suicida, forse è rimasto qualcosa nella memoria collettiva; egli convinceva i medici a mandare i pazienti nelle sue cliniche private con prescrizioni inutili o gonfiate rimborsate dalla Regione.

A parte questo caso estremo, la politica del governo della Regione è improntata su di una liberalizzazione dell’utilizzo delle strutture sanitarie pubbliche e private. Il cittadino può scegliere tra struttura pubblica o privata ed, in quest’ultimo caso, la prestazione è rimborsata dalla Regione.

Tutto bene, si potrebbe pensare, quando il servizio pubblico non funziona bene, posso rivolgermi ad una struttura privata.

La struttura privata, però, spesso effettua prestazioni a prezzi più elevati che paga la Regione e quindi il cittadino.

La qualità del servizio o i tempi d’attesa in una struttura pubblica non sono soddisfacenti? Perché allora non impiegare quei soldi in più che vengono dati agli ospedali privati per migliorare l’efficienza del servizio pubblico?

D’altra parte curare una malattia non è come ripare un guasto idraulico in casa. Un privato ha scopi di lucro e sulla cura delle malattie non si può pensare di lucrare. Non si può sfruttare la sofferenza della gente per far soldi.

Intendiamoci, ci sono cliniche private molto serie e scrupolose ma, in generale, la garanzia di ciò può venire solo da una struttura pubblica che ha come obiettivo primo la sanità pubblica.

Termino questa mia riflessione con le parole del giornalista dell’articolo di Diario (n° 45):

"il sistema sanitario lombardo, che ha trasformato le ASL in aziende che pagano, zitte zitte, le prestazioni ed i servizi di ospedali pubblici e (soprattutto) di cliniche e laboratori privati, è diverso ed in contrasto con il sistema sanitario nazionale."

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