UNA RECENSIONE CINEMATOGRAFICA:

SPY GAME

 

Con Robert Redford e Brad Pitt

Una storia di spionaggio, a tratti un po’ noiosa e prevedibile.

La guerra fredda è finita, non c’è più il nemico Unione Sovietica, allora che fare?

Bisogna trovare un nemico su cui imbastire una spy story!

Amici, è la Cina il nemico attuale che tortura, brutale e violent, sostituto della Russia nel cinema di spionaggio americano contemporaneo.

Una Cina con cui, però, ci sono anche dei patti commerciali da privilegiare anche sacrificando l’eroe americano di turno. Nel cinema americano, però, i buoni vincono sempre!

Questa è la traccia su cui si muove "Spy Game".

Secondo me, l’interpretazione di Robert Redford non è delle migliori, ha sempre la stessa faccia, cioè l’ho trovato un po’ inespressivo.

Migliore l’interpretazione di Brad Pitt, più integrato in un ruolo dinamico.

Poco credibile la scena finale della liberazione dal carcere cinese perché avviene senza ostacoli, troppo facile!

Film che diventa sufficiente solo per la presenza dei due attori protagonisti.

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