IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO 

 

 

 

Marzo 2005

 

Il sistema bancario italiano ha, da tempo, avviato un lento processo di cambiamento verso il libero mercato.

 

Il sistema bancario italiano è rimasto ingessato per ben 50 anni, dal 1936 al 1986, quando - anche - l’apertura di nuovi sportelli era soggetta a vari impedimenti, in nome di una presunta stabilità; dagli anni novanta la deregolamentazione ha aperto nuovi spazi competitivi, dai nuovi sportelli alle banche on line si è aperta una strada potenzialmente vantaggiosa per le imprese e per i risparmiatori.

 

Certo, bisogna guardarsi intorno, informarsi, confrontare le diverse offerte bancarie, ciò richiede tempo, ma oggi si può risparmiare denaro, le tariffe e le offerte finanziarie di una banca non sono uguali a quelle di un’altra.

 

Ora è venuto il momento di fare un ulteriore passo, quello di aprire la proprietà bancaria al capitale estero.

 

La notizia di quest’inizio di primavera 2005 relativa alla richiesta d’offerta sul capitale di BNL e di ANTONVENETA, avanzata - rispettivamente - da una banca spagnola e da una banca olandese, ha suscitato in me la speranza di un po’ d’aria nuova.

 

 

In un sistema bancario capace di dare solo a chi ha già, di finanziare chi già possiede, anziché finanziare le idee ed i buoni progetti, aria nuova, aria d’integrazione europea, può portare vitalità, efficienza, competitività, da cui - anche noi risparmiatori - trarremo vantaggi.

 

Ho necessariamente usato il verbo condizionale perché vanno verificate serietà ed affidabilità dei competitori stranieri, ma senza preclusioni aprioristiche.

 

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