Il sistema bancario italiano è rimasto ingessato per ben 50
anni, dal 1936 al 1986, quando - anche - l’apertura di nuovi sportelli era
soggetta a vari impedimenti, in nome di una presunta stabilità; dagli anni
novanta la deregolamentazione ha aperto nuovi spazi competitivi, dai nuovi sportelli alle banche on line si è aperta una strada
potenzialmente vantaggiosa per le imprese e per i risparmiatori.
Certo, bisogna guardarsi intorno, informarsi, confrontare
le diverse offerte bancarie, ciò richiede tempo, ma oggi si può risparmiare
denaro, le tariffe e le offerte finanziarie di una banca non sono uguali a
quelle di un’altra.
Ora è venuto il momento di fare un ulteriore
passo, quello di aprire la proprietà bancaria al capitale estero.
La notizia di quest’inizio di
primavera 2005 relativa alla richiesta d’offerta sul capitale di BNL e di ANTONVENETA, avanzata - rispettivamente - da una banca
spagnola e da una banca olandese, ha suscitato in me la speranza di un po’
d’aria nuova.
In un sistema bancario capace di dare solo a chi ha già, di
finanziare chi già possiede, anziché finanziare le
idee ed i buoni progetti, aria nuova, aria d’integrazione europea, può portare
vitalità, efficienza, competitività, da cui - anche noi risparmiatori - trarremo
vantaggi.
Ho necessariamente usato il verbo condizionale perché vanno
verificate serietà ed affidabilità dei competitori stranieri, ma senza
preclusioni aprioristiche.
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