IL TRIANGOLO DELLA VERGOGNA

CIAO

Settembre 2006

 

 

La televisione ci parla degli extracomunitari solo quando commettono violenze e/o reati, mai quando sono oggetto di violenze e sfruttamento.

 

Nella provincia di Foggia, ma anche nel Napoletano e nel Lazio, la raccolta nei campi viene gestita da loschi personaggi che schiavizzano immigrati irregolari, sottopagandoli (quando va bene), facendoli lavorare fino allo strenuo delle forze, alloggiandoli in luridi tuguri e massacrandoli di botte quando protestano.

 

Un sistema di caporalato provvede a reclutare per strada gli extracomunitari (in cerca di un lavoro onesto) e a mantenere ordine, controllo, sottomissione.

 

I caporali controllano i braccianti minuto per minuto, li picchiano se si prendono un minuto di riposo o se incidentalmente si rovescia una cassetta, li multano se arrivano in ritardo o se si ammalano, gli danno poca acqua, spesso inquinata.

 

Se si rivolgono ai carabinieri vengono arrestati perché irregolari, rimangono in stato di fermo, mentre quei delinquenti dei loro sfruttatori se ne stanno liberi e potenti a perpetuare le loro violenze.

 

L’impunità di questi delinquenti fa seriamente pensare che ci sia connivenza ed interesse da parte delle forze dell’ordine.

 

La paura serpeggia tra i braccianti, soprattutto perché le denunce che arrivano ai carabinieri vengono rimandate al mittente, lui colpevole di essere lì, non in regola, quasi a volergli dire che, se non gli sta bene, se ne può tornare nel suo Paese.

 

Essi – però – non sono in regola, non per colpa loro, ma perché chi li fa lavorare non li vuole mettere in regola, gli costerebbero di più.

 

I caporali fanno il lavoro sporco, pagati dai padroni del terreno per sfruttare la manodopera oltre ogni misura, cani pitbull a guardia di loschi interessi. Essi arrivano addirittura a chiedere l’amica per il padrone in cambio di lavoro.

 

Allora, smettiamola di vedere gli extracomunitari come portatori di violenza e disordine!

 

Vi consiglio la lettura di una bella inchiesta pubblicata da “L’Espresso” (n. 35) con il titolo “Io schiavo di Puglia”; è il resoconto di un inviato del giornale che ha vissuto una settimana con i raccoglitori di pomodori, nel “triangolo della vergogna” nella provincia di Foggia.

 

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