CENT'ANNI DI SCULTURE

Da Modigliani al contemporaneo

Scultura dalle collezioni Guggenheim

Modena – Foro Boario

Dal 30.11.2003 al 7.3.2004

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Un viaggio nelle sculture tra la fine del 1800 e la fine del 1900.

Cosa è cambiato in cento anni di sculture? Quali sono state le trasformazioni ed i modi di scolpire e rappresentare la realtà? Come si è evoluta l’arte della scultura?

A queste domande vuole rispondere la mostra allestita a Modena che raccoglie opere provenienti da tre musei: New York, Bilbao e Venezia.

Si può chiaramente distinguere una prima fase quando la scultura era una rappresentazione di figure umane e/o animali, più o meno creativa ma sempre legata al realismo, si scolpiva ciò che si vedeva.

Ad essa segue una fase mista dove al realismo si affianca l’esigenza di creare forme nuove e diverse, nella ricerca astratta delle avanguardie.

La terza fase è quella contemporanea caratterizzata dall’antiscultura.

Il classicismo ha il suo fascino nella ricerca della perfezione scultorea ed un’opera è tanto più bella quanto più assomiglia alla figura che vuole riprodurre.

L’antiscultura è esattamente l’opposto, è la ricerca di nuove modalità dissacratorie e provocatorie.

"Senza titolo (Opinione pubblica)" del 1991 di Felix Gonzales-Torres è una montagna di caramelle di liquirizia, abbandonate in un angolo, lasciate a terra per il pubblico che le può portare con sé (veramente!); un gioco ma anche un gesto simbolico volto a far pensare all’effimero, al transito della vita, al consumismo. Divertente e creativo anche se la Bellezza (con la b maiuscola) è tutt’altra cosa!

Un’opera contemporanea che ho apprezzato è di Richiard Long "Linea di ardesia" del 1979: sono pezzi di ardesia del Galles, più o meno sagomati, disposti sul pavimento, sembrano impronte lasciate sul cammino della vita, le impronte della vita.

Nel periodo di mezzo emergono le opere di Jean Arp, tra i più fecondi inventori di nuove forme nella scultura. Meritevole di nota, a mio parere, è anche l’irriverente "Monsieur Cactus" del 1939 di Julio Gonzales.

Del periodo precedente trovo affascinante la capacità di scolpire e sagomare visi, busti, corpi, ritratti, figure mitologiche e figure animali con materiali diversi - spesso ostici - e raggiungendo una perfezione, a volte, sconvolgente.

Dal bronzo al piombo (!!), al cemento, all’ottone.

E’ di ottone lucidato l’uccello scolpito da Constantin Brancusi del 1912 "Maiastra". Maiastra, nella mitologia romena, è un uccello miracolosamente benefico dalle piume lucenti, come il seducente e riflettente ottone lucidato scelto per rappresentarlo in questa scultura.

Alcune preziose opere di Edgar Degas non potevano mancare in questa interessante mostra.

Vorrei, poi, ricordare una delle sculture più note di Modigliani "la Testa" del 1911-13; Modigliani divenne protagonista delle avanguardie francesi di inizio secolo

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