LA SCHIAVITU' OGGI

 

 

Luglio 2002

La schiavitù è un fenomeno tutt’altro che debellato! Secondo stime basate su rapporti d’organizzazioni governative e non governative, il numero di persone in stato di schiavitù potrebbe aggirarsi sui 27 milioni in tutto il mondo.

Molti trovano sorprendente che nel XXI secolo esistano ancora la schiavitù per debiti e altre forme di servitù tuttavia la strada per l’emancipazione è lunga e la sola libertà fisica non basta a sradicare il fenomeno.

Molti schiavi sanno che la loro schiavitù è illegale, ma la forza, la violenza e la coercizione psicologica – soprattutto – li portano ad accettarla: talvolta, liberati, tornano essi stessi al vincolo servile.

Racconto la storia di Baldev – tratta da Le Scienze:

Baldev aveva contratto un debito e per ripianarlo lavorava giorno e notte per il suo padrone, nella campagna, durante il giorno, nella casa poi, in cambio vitto ed alloggio e la sicurezza di qualcuno che si preoccupava di lui.

Un’inattesa eredità da un parente aveva, però, consentito a Baldev di liberarsi del debito; Baldev non aveva però liberato se stesso dalla schiavitù psicologica.

"Dopo che mia moglie ha avuto questo denaro, abbiamo pagato il nostro debito, ed eravamo liberi di fare quello che volevamo. Ma io ero sempre preoccupato. Cosa sarebbe successo se un nostro figlio si fosse ammalato? E se il Governo avesse preteso dei soldi? Non appartenendo più ad un padrone, non ricevevamo più cibo tutti i giorni come prima. Alla fine, sono andato dal padrone e gli ho chiesto di riprendermi. Non avevo soldi da chiedergli in prestito, ma mi ha accettato di nuovo come suo servo. Ora non sono più così preoccupato; so che cosa fare."

Baldev non era ancora pronto alla libertà, senza un padrone che pensava per lui, si sentiva preoccupato; il legame coercitivo era diventato un punto fermo della sua vita, senza di quello la sua via gli appariva "traballante", insicura.

Gli stessi schiavisti, spesso, si sentono come dei padri (all’antica, sigh!!) verso i loro servi. "………io li proteggo e li guido; naturalmente, qualche volta, devo anche castigarli, proprio come farebbe un padre."

Insomma, lo schiavo del XXI secolo non è qualcuno in catene pronto a fuggire se appena ne avesse la minima opportunità o qualcuno che semplicemente non conosce alternative migliori.

Le catene del XXI secolo sono quelle dalla manipolazione psicologica.

Che fare?

Combattere la diffusa corruzione di governi e polizia e varare iniziative che modifichino il contesto culturale in cui vivono schiavi e schivisti, mi appaiono belle parole ma, ritengo, poco concrete; per realizzare questi obiettivi, la spinta dovrebbe venire dall’interno del Paese ma da chi se ci sono degli interessi così vasti da giustificare l’esistenza della schiavitù?

Credo, invece, che gli altri Stati e l’opinione pubblica internazionale possano e debbano spingere i Governi che tollerano lo schiavismo a cambiare atteggiamento. Come? Sono, in genere, Paesi in via di sviluppo che hanno bisogno di capitali esteri, d’investimenti stranieri e di dare di sé un’immagine moderna e democratica. Venire "bollato" come Paese schivista può diventare un grave inconveniente ed un serio danno economico e spingerli così ad operare qualche importante cambiamento.

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