RENDITA O INVESTIMENTO PRODUTTIVO?

 

 

 

 

Gennaio 2006

 

Il sistema economico promosso da questo governo all’italiana di centro-destra ha il suo fulcro nelle rendite, non negli investimenti produttivi.

 

Ciò che emerge in questi giorni con l’arresto del banchiere Fiorani, le dimissioni del banchiere Fazio e le scalate al potere economico, ne sono una sostanziale conferma.

 

Guadagnare sulle plusvalenze, azionarie o immobiliari, è divenuto l’imperativo status symbol del moderno uomo d’affari.

Soldi che producono altri soldi, attraverso la compravendita di titoli, d’azioni o d’immobili, soldi che alimentano il conto corrente dei nuovi miliardari, ma che non producono benessere per il paese.

Soldi che non vengono investiti in attività produttive, soldi che non creano sviluppo e ricchezza diffusa, ma solo ed unicamente reddito personale degli speculatori.

 

Questo è permesso da una legislazione molto permissiva e da una tassazione molto contenuta alle rendite finanziarie, al punto che conviene giocare in borsa piuttosto che investire in un’attività d’impresa, più rischiosa e tassata.

 

D’altra parte, il nostro premier attuale Silvio Berlusconi ha attività proprio nel settore finanziario e nelle comunicazioni, quindi ha tutto l’interesse a premere quel bottone.

D’altra parte, la sua azienda, la Fininvest, è quella che ha prodotto più utili, quando molte aziende italiane hanno, invece, dovuto chiudere i battenti o ridurre drasticamente il personale, impoverendo così il paese.

 

E’ ora di dire basta!

 

Non voglio entrare nel merito della scalata alla BNL da parte dell’Unipol e dell’indagine in corso a carico del suo Presidente Giovanni Consorte e del Vice Ivano Sacchetti, tuttavia ritengo che il meccanismo perverso del sistema economico italiano abbia agganciato anche queste personalità del mondo imprenditoriale vicine alla sinistra.

Personalità dotate d’eccessivo potere, che si sono fatte prendere la mano, a prescindere dalla loro eventuale buona fede.

 

 

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