QUANDO ARRABBIARSI NON CONVIENE |
Marzo 2006 La vita sociale ci ha insegnato che è meglio moderare le emozioni, in quanto le reazioni incontrollate possono farci più male che bene: la collera si può trasformare in violenza e l’ansia in depressione. La scienza medica – però – ci dice che reprimere sistematicamente i propri sentimenti fa aumentare la pressione del sangue, disturba la memoria, rende antipatici e favorisce la depressione. L’attività di repressione dell’energia emotiva assorbe risorse mentali, togliendole ad altre attività; l’attività di repressione dell’energia emotiva disturba il fluire libero del pensiero e genera così frustrazione e depressione. La vita sociale c’impone moderazione, ma la nostra natura rifiuta la “soppressione”, pena la malattia. L’intelligenza dell’uomo può darci la soluzione. Possiamo controllare il nostro comportamento emotivo senza reprimere il sentimento in sé. Si tratta di razionalizzare i propri sentimenti negativi. Significa imparare ad osservare le cose da punti di vista diversi, mettersi nei panni dell’altro e, così, influenzare positivamente le nostre emozioni negative. Se un cameriere – ad esempio - ci sta facendo aspettare da troppo tempo, possiamo evitare di farci scoppiare la collera (che rovinerebbe la serata ed otterrebbe poco!) immedesimandoci nel suo ruolo (stà lavorando, non è con le mani in mano, la sala è piena di gente, ecc..); questo cambio di prospettiva ci rende subito pazienti. Certo, se il cameriere fosse antipatico, scortese, scansafatiche e la sala vuota, beh ….sarebbe dura ….razionalizzare la collera, anzi, la situazione contingente la farebbe aumentare, ma – allora – sarebbe meglio lasciare il locale, saggia risposta al proprio sentimento di collera. Il rapporto con le emozioni è, comunque, un fatto culturale, nel senso che è diverso da società a società. Gli occidentali giudicano, in genere, negativamente il tentativo di dominare i propri sentimenti, interpretandolo come una falsità, una finzione; alcuni pensano che sia tra le cause di gravi malattie. Per altri, poi, il pensiero positivo (che è alla base della razionalizzazione delle emozioni negative) appare il risultato di una mancata comprensione della realtà o d’ingenuità. Per i giapponesi, invece, un temperamento tranquillo è segno di benessere fisico e psichico, nonché di felicità; i giapponesi sono tra i popoli più longevi. Una tribù Inuit nell’artico canadese tratta come un idiota, o come un pericolo per la comunità (emarginandolo), un adulto che alza la voce in un eccesso di rabbia. Si può imparare ad allontanare i sentimenti negativi con una sorta di partecipazione compassionevole, come c’insegnano i monaci tibetani. Si può imparare ad allontanare i sentimenti negativi cercando un altro punto di vista, come c’insegna l’esperienza. Fin qui abbiamo parlato di collera non costruttiva……….a volte – però - la collera può essere utile….perchè “quando ce vò ce vò”. Scrivi a: |