Nel
1532, Francesco I, re di Francia, chiede a Federico Gonzaga, di cui era amico,
di mandargli un bravo artista per la realizzazione della sua dimora di Fontainebleu.
Primaticcio
partì così per
Nel
Castello di Fontainebleu,
Primaticcio lavorò con Rosso Fiorentino
a cui subentrò nella direzione artistica.
Nel
Castello di Fontainebleu, su suoi disegni, lavorarono duecento artisti tra
pittori, scultori, incisori, stuccatori, smaltatori.
Primaticcio,
conosciuto in Francia come “il Bologna”, introdusse alla corte francese poetica
cavalleresca e costumi fantasiosi, combinando il manierismo italiano con il
rinascimento francese.
Io
non ho ancora visitato il Castello di Fontainebleu, ma ho avuto l’occasione di
ammirare un’esposizione a Bologna di suoi disegni e modelli preparatori che
furono poi affidati ad esperti esecutori per le decorazioni di alcune sale.
L’aspetto
che salta agli occhi è la virilità di molte figure, muscolose ed idilliache.
Anche
le figure femminili appaiono forti e possenti, non reali, quasi bioniche.
Alla
morte di Rosso Fiorentino, Primaticcio chiamò dall’Italia, come aiutante ed
allievo, il modenese Nicolò dell’Abate.
Tra le opere che Nicolò dell’Abate dipinse, ispirandosi a Primaticcio e
utilizzando gli stessi soggetti, c’è “Penelope racconta ad Ulisse le prove
subite durante la sua assenza” da cui si differenzia per luminosità delle
figure e dei colori.
La
gran parte dei disegni di Primaticcio, serviti alle decorazioni della dimora
reale di Fontainebleu, sono custoditi e/o provengono dal Museo del Louvre.
L’esposizione
visitata è “Primaticcio – 1504/1570, un bolognese alla corte di Francia” a
Bologna, Palazzo Re Enzo e del Podestà, dal 30 gennaio 2005 al 10 aprile 2005.
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