"giro di vite" al porto d'armi? 

 

 

Settembre 2005

 

Nei giorni scorsi un’interessante rivista di giornalismo d’inchiesta (Il Diario) ha pubblicato il numero degli italiani in possesso di una licenza di porto d’armi, dal 1999 al 2003, suddivisa per anno (fonte: Ministero dell’Interno).

 

C’è di che riflettere!

 

Risulta che – nel 2003 – gli italiani in possesso di una licenza di porto d’armi era pari a 1.154.352, con un aumento di circa 58.000 unità rispetto al 1999.

Sembrano tanti ma, se consideriamo che gli italiani adulti sono circa 40 milioni, risulta che gli italiani in possesso di un’arma rappresentano solo circa il 3%.

Non è quindi il numero che ci deve preoccupare, bensì il come ed a chi viene rilasciata la licenza.

 

Già, perché se scorriamo le cronache scopriamo che diversi massacri sono stati compiuti da cittadini con problemi psichiatrici, ma con regolare porto d’armi.

E’ il caso di quel dirigente assicurativo in pensione che ha ucciso la moglie ed il figlio: le indagini faranno rilevare che aveva rinnovato il porto d’armi nel 2003, quando già soffriva di una forte depressione, presentando un certificato medico che non faceva cenno alla malattia.

E’ il caso di quella guardia giurata che sparò contro la vicina di casa: in precedenza la donna ed il marito lo avevano denunciato, riuscendo a fargli ritirare il porto d’armi, ma la guardia giurata era riuscita a riottenerlo con un ricorso.

Tanti altri casi hanno sullo sfondo la depressione.

 

Quali sono - attualmente - le regole ed i controlli per la concessione del porto d’armi?

In Italia sono – in genere – molto blandi, soprattutto, nel caso di licenza per tiro a volo o per uso sportivo: basta un certificato medico che attesti le buone condizioni psicofisiche ed il gioco è fatto. Una volta ottenuta la licenza, occorre ripresentare detto certificato medico ogni anno, ma, i cacciatori lo devono ripresentare solo ogni sei anni e chi detiene un’arma in casa oppure ha la licenza di trasporto per uso sportivo, non ha nessun obbligo del genere.

 

I molti casi di cronaca hanno – tuttavia – sensibilizzato anche la nostra classe politica che ha elaborato due progetti di legge che chiedono maggiori e migliori controlli medici su chiunque abbia un’arma ed indipendentemente dal tipo di licenza.

Peccato che questi due progetti di legge (uno viene da destra e l’altro viene da sinistra, ma sono convergenti) siano fermi in Parlamento da ben due anni!!!

Le lobby dei produttori d’armi remano contro?!?

 

 

 

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