LA POP ART ITALIANA 

 

 

 

 

La Pop Art è quell’arte nata e cresciuta negli anni cinquanta ed ispirata ad immagini e modi appartenenti alla comunicazione di massa.

 

Con la Pop Art, le icone ed i miti dello spettacolo, della televisione e della pubblicità sono usati ed esaltati nella rappresentazione artistica.

 

La società dei consumi è la fonte d’ispirazione degli artisti di quest’arte popolare che usa gli oggetti ed i miti di un mondo nuovo fatto d’immagini a stampa ed a video.

 

La Pop Art è, principalmente, un fenomeno americano ed inglese, tuttavia in Italia si sviluppò una corrente artistica che ebbe un’evoluzione singolare.

 

In Italia, la Pop Art attecchì negli ambienti romani dove artisti come Schifano, Lombardo, Angeli, Bignardi, Mauri, Natalini elaborarono forme espressive dei miti della nuova cultura figurativa legata ai rotocalchi, al cinema, ai manifesti pubblicitari, alla televisione.

 

Nelle loro opere, tuttavia, non c’è quell’ostentazione di simboli ed icone, non c’è quell’esaltazione e fascinazione totale che caratterizzano la Pop Art inglese e statunitense. Andy Warhol è uno dei massimi esponenti della Pop Art americana.

 

La Pop Art italiana rielabora le nuove icone ma con un approccio critico.

Se i nuovi modelli sono quelli imposti dalla televisione, allora anche l’immagine di Krusciov o il profilo di Kennedy e Fanfani, tante volte visti in televisione, diventano oggetto di rappresentazione critica, cosicché l’osservazione dei due dipinti (figure nere su fondo bianco) di Sergio Lombardo produce un momento d’angosciante riflessione.

Il rito del week-end viene ben rappresentato da Silvio Pasotti nel 1965 con il suo dipinto sagomato a forma d’auto.

Adolfo Natalini, poi, ben esprime l’approccio artistico italiano verso la società dei consumi con il suo “Esaurimento nervoso”, tempera su tela del 1964.

 

La pittura italiana abbandonerà, alla fine degli anni sessanta, la Pop Art per evitare ambiguità nella rappresentazione di un mondo nuovo che non vuole esaltare.

 

Io credo, invece, che anche l’esaltazione è una forma di critica.

Se vi capita, andate a visitare una mostra di Pop Art inglese o statunitense, noterete una tale esaltazione di miti ed icone legate al mondo della pubblicità e della televisione che vi verranno “a noia” e – così - quell’esaltazione vi farà disprezzare la società dei consumi.

 

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