PIERCING E TATUAGGI

 

 

 

Piercing e tatuaggi. Cosa c’è dietro questa moda? Provo ad esprimere il mio parere senza la pretesa che possa rappresentare la realtà totale.

Chi, come me, ha quarant’anni, conosce una forma di piercing che veniva praticato per tradizione nella parte "molle" delle orecchie delle bambine con un piccolo foro, sostegno di orecchini. Serviva per abbellire, impreziosire il viso di quelle future donne.

Oggi quella funzione si è allargata ed, in certi casi, ha assunto anche "tinte" diverse.

Viene praticato sul naso, sulla lingua, sull’ombelico e, addirittura, nelle parti intime, capezzoli e genitali.

Oggi il superamento della soglia del dolore ne snatura il valore di abbellimento, dell’attirare l’attenzione su di sé. Il dolore diventa così una forma di contatto con il proprio corpo ed, attraverso di esso, con gli altri in una realtà – per loro – così piatta di emozioni vere.

Una realtà dove le emozioni e gli stimoli sono tanti ed accessibili ma sono già masticati, vissuti indirettamente. Come dice un antico proverbio "il troppo stroppia".

In questa interpretazione di una massa di giovani che cerca di sfuggire all’omologazione, si inseriscono anche i tatuati.

I tatuati sono persone che si fanno incidere la pelle in maniera permanente per, secondo me, avere una propria identità appiccicata sulla pelle e visibile a tutti.

Attenzione alle condizioni igieniche perché aghi non sterili trasmettono malattie, non ultima l’epatite.

Un giorno, però, i nostri amici tatuati potrebbero stancarsi, allora che faranno? Si tengono i loro tatuaggi oppure ci pensano prima di farli?

In fondo è meglio cercare la propria identità dentro di sé ed esprimerla senza bisogno di farsi una "marchiatura" che rimane per tutta la vita!!!!

 

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malaguti.cinzia@iol.it