CHE NE SARA' DELLA NOSTRA PENSIONE!?!

 

 

Maggio 2003

La riforma del sistema previdenziale, presente nella legge delega del governo Berlusconi, mira a ridurre i costi a carico dell’INPS attraverso un allungamento dell’età pensionabile che significa – in termini pratici per l’INPS – una riduzione del numero delle mensilità-pensione che verranno corrisposte.

Più precisamente, chi smette di lavorare prima dei 65 anni di età, avrà una pensione più bassa perché la prenderà per più anni.

L’altra novità – in parte già sdoganata dal precedente governo di sinistra – riguarda i fondi pensione.

S’introduce la possibilità di accantonare il TFR (trattamento di fine rapporto) nella formazione di un vitalizio con cui integrare la previdenza obbligatoria.

Si vuole, in particolare, introdurre degli automatismi verso i fondi pensione, del tipo silenzio-assenso: chi non acconsente a questo tipo di investimento finanziario dovrà dirlo espressamente. La speranza del governo è che molti siano i distratti!!!

Secondo i calcoli del CNEL, chi ha cominciato a lavorare a 25 anni e va in pensione a 65, con l’attuale legislazione ma senza aderire a un fondo pernsione, avrà dalla previdenza un assegno pari al 50% della retribuzione.

Chi, invece, essendo stato assunto dopo il 1993, sta versando il suo TFR ad un fondo pensione, si troverà a 60 anni di età e dopo 35 anni di contributi versati, con una rendita più ricca: la previdenza obbligatoria gli darà sempre il 50% dell’ultimo stipendio ma dall’investimento del TFR riceverà un vitalizio che gli consentirà d’integrare di un altro 15% il suo reddito; insomma, in totale raggiungerà il 65% di quanto intascava da lavoratore attivo.

Insomma, la pensione che andremo a percepire si stà inesorabilmente riducendo, a meno che non la integriamo con i fondi pensione usando il nostro TFR.

Quel gruzzoletto che portiamo a casa quando ci licenziamo è, pertanto, destinato a finire nei fondi pensione?

Oggi l’operazione non è obbligatoria - nel senso che è facoltativo non aderirvi - e credo che sia necessario valutare il rendimento dei fondi pensione per decidere il da farsi.

Se il rendimento annuo è pari solo al 2%, come affermano le previsioni più pessimistiche, non mi sembra conveniente!!!!

Meglio, allora, la rivalutazione del vecchio TFR in attesa – forse!! – di rendimenti pensionistici migliori.

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