IL PARMIGIANINO, appunti di vita ed arte:

mostra "Il Parmigianino ed il manierismo europeo"

Parma

Galleria Nazionale – Palazzo della Pilotta

dal 8/2/2003 al 15/05/2003

 

Francesco Mazzola detto il PARMIGIANINO nasce a Parma l’11/01/1503.

Quest’anno ricorre, pertanto, il cinquecentenario della nascita e Parma lo festeggia con una serie di manifestazioni tra cui una bellissima mostra allestita al Palazzo della Pilotta – Galleria Nazionale, splendida location.

Il Parmigianino rimane orfano all’età di due anni ed è avviato alla pittura dagli zii che notano il suo talento. Compie la sua prima opera all’età di 16 anni e, trasferitosi a Roma, è affascinato e maturato dai lavori di Michelangelo e Raffaello.

La ricerca irrefrenabile di perfezione e l’inquietudine caratterizzano lo sviluppo del suo talento alla ricerca di un proprio, personale ideale di bellezza artistica.

Morì a 37 anni.

I disegni sono, in genere, preparatori dei dipinti e bisogna dire che il Parmigianino sviluppò una sua arte nel disegno divenendo uno dei più brillanti e prolifici disegnatori di tutto il cinquecento.

Tra quelli esposti a Parma – sono tanti!! – ho apprezzato, in modo particolare, "I due amanti", incisione all’acquaforte, per la sua ricchezza di tratti e di forme e "Studio di uomo nudo appoggiato ad un libro" fatto con semplice matita nera su carta giallina.

Veniamo ora ai dipinti.

Io non ho trovato particolari differenze tra i dipinti del periodo giovanile e quelli dell’età matura se non per la ricerca di una maggiore perfezione visibile nella grande cura dei dettagli.

Un capolavoro è indubbiamente "Amore che fabbrica l’arco" del 1532-33 pieno di simbolismi sull’amore sacro e l’amore profano. Ritrae Cupido che sagoma un arco col coltello e appoggia i piedi su due libri, a simboleggiare il predominio dell’amore sulle scienze; ai suoi piedi sono raffigurati due putti, uno malizioso, l’altra restia (non pronta!?!) a toccare Cupido (l’amore).

Notevoli per la carica emotiva ed espressività:

"Ritratto di giovane donna" detto anche "La schiava turca": la giovane donna non è né schiava né turca ma è così chiamata per il particolare copricapo. Da notare lo sguardo, il viso, i suoi colori: un rossore che esprime la probabile timidezza della giovane donna.

"Conversione di San Paolo" del 1529 circa: quello sguardo rivolto verso l’alto ad implorare aiuto (a Dio) ai piedi di quel cavallo minaccioso, che forza espressiva!!!!!

Infine, vorrei citare "Autoritratto allo specchio" del 1524 dove il Parmigianino ha ritratto sé stesso così come si è visto nello specchio rotondo di un barbiere; da notare la mano deformata dallo specchio!!

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