IL CRAK PARMALAT

Gennaio 2004

Carte false! Non strategie finanziarie sofisticate o rischiose! No, carte false!!

Il caso Parmalat non è frutto d’azzardate strategie imprenditoriali ma di documenti falsificati e di soldi portati all’estero, è una truffa nel vero senso della parola.

Una truffa ai danni dei risparmiatori e dei lavoratori che, io ritengo, non è possibile eseguire con quelle cifre senza connivenze bancarie e/o politiche.

Il risultato immediato di questa triste vicenda economica è sicuramente la diffidenza dei risparmiatori e degli investitori esteri verso il sistema economico italiano. In un periodo di difficoltà del sistema economico italiano che vede la perdita del potere d’acquisto dei salari, questo freno potenziale all’economia proprio non ci voleva.

Per limitare i danni occorrerebbe un intervento fermo e rapido degli organi preposti, per migliorare ed aumentare gli strumenti di controllo, per punire i colpevoli. La cosa più deleteria sarebbe che facessero lo scaricabarile!

Negli Stati Uniti il caso Enron ha portato ad un rapido inasprimento delle regole finanziarie, riuscirà il governo Berlusconi ad inasprirle - senza essere ridicolo - dopo aver allargato le maglie del falso in bilancio?

Responsabili di questo brutto affare – a mio parere - sono, comunque, la Banca d’Italia e la Consob.

La Consob è l’organo di controllo delle Società quotate in Borsa ma, in realtà, è un organo sdentato. La Consob non ha poteri investigativi e, dopo la riforma portata dalla Legge Draghi del 1998, non ha più poteri di controllo sui revisori di bilancio. Tuttavia, può fare segnalazioni ……. , le ha fatte? Sono finite nel nulla?

La Banca d’Italia ha un importante compito di vigilanza sui rischi del sistema bancario. Purtroppo, la Banca d’Italia è governata da un accentratore come Antonio Fazio, in sistemi complessi, accentrare si traduce in una deresponsabilizzazione delle strutture periferiche ed in una perdita di controllo del quadro completo.

In Italia, i dati ufficiali dicono che l’indebitamento dei 30 maggiori gruppi industriali è a livelli di guardia.

Aspettiamo un altro crak Parmalat? Spero di no, occorre – però – intervenire in fretta.

Come?

Riorganizzazione e cambiamento dei vertici di Banca Italia.

Più poteri investigativi a Consob.

Interventi governativi d’inasprimento delle regole finanziarie.

Punizione esemplare dei truffatori di Parmalat: tutti i soldi della Società esportati nei paradisi fiscali in conti personali della famiglia Tanzi devono rientrare e, con quelli, pagare stipendi e risparmiatori; se non bastano, che vendano case ed altri loro averi!

Referendum che tolga la depenalizzazione del falso in bilancio.

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