Non
sono amante della pittura religiosa classica perché la ritengo troppo austera.
Marco Palmezzano, però, introducendo innovazioni di stile e di
colori, mi ha incuriosita.
Palmezzano
nasce a Forlì nel 1459 e lì muore nel 1539.
Si
forma alla scuola di Melozzo da Forlì, apprende – nel corso degli anni – il
gusto romano e quello veneziano, ma è Forlì ed il territorio romagnolo il luogo
dove egli lascia le tracce più consistenti della sua presenza artistica.
Diversi
sono i luoghi in Romagna dove potete ammirare i dipinti di Marco Palmezzano.
Vi
segnalo, a solo titolo d’esempio, l’Abbazia di San Mercuriale a Forlì ed il
Duomo a Brisighella, vicino a Faenza.
Inoltre,
fino al 30 aprile 2006, è allestita una specifica mostra nei Musei San Domenico
a Forlì, dal titolo “Marco Palmezzano, il Rinascimento nelle Romagne”.
La
pittura di Marco Palmezzano è innovativa in quanto l’artista rappresenta un
immaginario diverso rispetto ai classici dell’epoca: elabora un’idea di spazio
nel quale narra il paesaggio sullo
sfondo dei personaggi, inserendo gli uni e gli altri in una vista prospettica tridimensionale.
La sua pittura è compatta e lucida, è
un trionfo di forme, di mantelli, di colori – anche – fiammanti. La sua pittura è gioia per gli occhi, anche se non
arriva all’anima.
Egli
realizzò pale d’altare e dipinti religiosi con fine tratteggio e colori
smaltati.
Le
sue tecniche di colorazione meritano un approfondimento.
Il resinato di rame costituisce lo strato di finitura più usato da
Marco Palmezzano. Questo colore, che possedeva in origine un aspetto verde
saturo ed una discreta trasparenza, era preparato con l’acetato basico di rame
fatto bollire con oli o essenze oleose e sostanze proteiche e veniva spesso
usato in miscela con vernici oleoresinose.
Palmezzano
lo applicava come finitura traslucida sopra diversi colori, ma – in genere – lo
utilizzava per ottenere un verde brillante.
L’uso
della lacca, poi, era determinante; egli usava un colorante rosso d’origine
animale e vegetale con leganti ad uovo o con l’emulsione d’olio e uovo, per
dare brillantezza a quei mantelli rossi con effetto fiamma.
Infine,
l’impiego della lumeggiatura. Egli
la eseguiva con filetti d’oro in polvere applicato a pennello con un legante
trasparente.
Il
tutto per dare brillantezza e luminosità al dipinto.
Per
informazioni sulla mostra, il sito internet è www.marcopalmezzano.it
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