una recensione cinematografica:

MI CHIAMO SAM

 

 

di Jessie Nelson

con Sean Penn e M. Pfeiffer

Concordo pienamente con le candidature ad Oscar per l’interpretazione di Sean Penn, è veramente grandiosa.

Sam è disabile, ritardato mentale ma ha un cuore ed una sensibilità rari, grandi, come hanno pochi. Si ritrova a far crescere da solo Lucy, la figlia, ma, a causa del suo handicap, dovrà lottare contro i giudici per continuare a vederla, ad abbracciarla. In questa battaglia avrà a fianco un avvocato ………….che non ha mai fallito (la Pfeiffer).

Il film è ottimamente strutturato nel confronto di due uguali sofferenze. La sofferenza dell’uomo sfortunato (Sam) che deve lottare contro tutti per far capire che per essere un buon padre non occorre essere normodotati d’intelligenza, occorre amore, pazienza, tempo, ascoltare e la sofferenza della donna perfetta (l’avvocato), intelligente ma che non riesce ad avere l’amore del figlio e del marito che la stà lasciando per un’altra donna.

La sofferenza, in fondo, rende tutti uguali.

Un’altra verità che emerge prepotente nel film è il valore della capacità d’amare nei rapporti con i figli.

Bello, bello, bello!!

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