Gennaio 2004
Leggendo unintervista a Milton Friedman, leconomista americano sostenitore "estremo" del libero mercato, non posso fare a meno di scrivere le mie osservazioni sullargomento.
Secondo Friedman tutto deve essere lasciato alla naturale regolazione del libero mercato, alla legge della domanda e dellofferta.
Mi permetto di dissentire.
Il libero mercato va bene ma con delle regole e degli interventi pubblici, limitati ma necessari.
Cito alcuni esempi delementi che devono uscire dalla logica del libero mercato, dellutile economico e della concorrenza.
Il diritto alla salute è di tutti: una società civile deve curare una malattia anche se non conviene economicamente e deve accettare di curare un paziente anche se egli non ha i soldi necessari; un ospedale non può rifiutare un paziente o non acquistare medicine e/o strumenti diagnostici perché i suoi conti sono in rosso. Un ospedale non può chiudere se non ce nè un altro raggiungibile dai cittadini ad una distanza ragionevole.
Il diritto allistruzione è di tutti: una società democratica deve occuparsi della formazione, dellistruzione di tutti i suoi cittadini, poveri e ricchi. Essa non può avere scuole di serie A e scuole di serie B, non può porre dei limiti economici allistruzione, non può guardare alla contabilità prima che alle esigenze scolastiche.
Se i soldi derivanti dallordinaria gestione non bastano, il costo deve essere sostenuto dalla società, da tutti i suoi cittadini, che si fanno carico dei bisogni primari della loro comunità.
Preferiamo, forse, un diritto alla salute riservato a pochi eletti che possono pagare tutte le migliori prestazioni sanitarie?!
Preferiamo, forse, un diritto allistruzione dove il grado di cultura dipenda dalla quantità di soldi che si hanno in tasca?! Dellignoranza di tutti gli altri e dei relativi problemi che creerà alla società futura chi poi se ne farà carico?!
Esiste unautoregolazione del sistema economico che poi finisce per creare ricchezza diffusa di cui dispongono ampie fette della popolazione?
Sì, è possibile!
Su salute ed istruzione però- non ci possono essere sconti: non si tratta di "ampie fette della popolazione" che possono averne facile accesso ma di tutta la popolazione, indistintamente.
Insomma, su salute ed istruzione non ci può essere libero mercato, bensì un sano welfare in cui i soldi pubblici sono però - amministrati da tecnici e persone competenti, non politici.
Cosa ne pensi?
Scrivi a: