LA LEGGE BOSSI-FINI ED IL BUSSINES

DELLE RICHIESTE DI REGOLARIZZAZIONE

 

Luglio 2003

702.000 sono state le richieste di regolarizzazione!!

Da uno a tre anni sono i tempi di risposta!!

€ 700 il costo – sulla carta – della pratica!!!

Questi sono gli elementi base da cui partire per alcune considerazioni.

I 700 euro, secondo la legge Bossi-Fini, sono a carico del datare di lavoro ma, in realtà, questi si rifà chiedendone il rimborso al lavoratore immigrato, nella migliore delle ipotesi.

Nella peggiore delle ipotesi, tale spesa lievita anche a ……. € 6.000! Com’è possibile? Chi ci specula?

Non sempre (sigh!!) il datore di lavoro ha interesse a mettere in regola il suo immigrato, questi – tuttavia – aspira al permesso di soggiorno per non rischiare l’espulsione, allora?!? Ecco, pronta la "medicina": ci sono imprenditori che vendono le richieste di regolarizzazione, accettano di firmare delle "carte" in cambio di ……. diversi euro e per lavori che esistono solo sulla carta.

Fino all’esito della domanda inoltrata agli uffici competenti, l’immigrato non può lasciare l’Italia, pena non poter più rientrare. L’iter d’evasione della pratica richiede da uno a tre anni!!!! Fino a quella data, appunto, l’immigrato è costretto a non uscire dall’Italia!!

Se poi perde il lavoro, perché il suo datore muore o cessa l’attività oppure il lavoratore immigrato viene licenziato o gli scade il contratto, beh ……. bollino rosso, ossia espulsione, senza avere un tempo congruo per trovare un altro lavoro.

Eppure gli immigrati sono richiestissimi dagli imprenditori che preferiscono – è chiaro (sigh!) – sottopagarli; non dimentichiamo, inoltre, che gli immigrati svolgono – spesso – lavori umili e rifiutati dai colleghi italiani ma utili e importanti per il funzionamento dell’economia del Paese.

Gli immigrati – che hanno voglia di lavorare – sono una risorsa per il Paese e contribuiscono alla nostra economia ed al nostro benessere.

O no?!?

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