LA LAICITA' DELLO STATO DEMOCRATICO 

 

 

 

 

Giugno 2005

 

Io credo che il dovere di uno Stato sia quello di legiferare a beneficio di tutti i cittadini, bianchi e neri, religiosi ed atei, eterosessuali ed omosessuali, ecc..

Lo Stato deve - così  - tenersi fuori da precetti religiosi perché deve porsi sopra le parti e fare leggi che tutelino il rispetto della dignità umana, qualunque siano le convinzioni etiche, religiose o sessuali dei singoli cittadini.

Lo Stato, io credo, deve impedire discriminazioni e violenze e favorire scelte consapevoli dei suoi cittadini durante il corso della loro vita.

Uno Stato non deve indottrinare deve – invece – garantire a tutti dignità così come deve garantire a tutti l’accesso gratuito ad istruzione e sanità.

Questo, secondo me, è uno Stato democratico e progressista!!

 

Le convinzioni religiose devono, così, rimanere nell’ambito personale cioè, se una persona ritiene, ad esempio, che l’aborto sia un atto deplorevole, quella persona può e deve cercare di trasmettere le sue convinzioni nelle sue relazioni interpersonali, ma non può e non deve imporre a nessuno tali convinzioni. Il governo di uno Stato democratico deve dotarsi di uno strumento legislativo che permetta a chi deve ricorrere all’aborto – per mantenere l’esempio di prima – di poterlo fare in condizioni di sicurezza e d’assistenza medica, coloro che – invece – non accettano l’aborto per principio, semplicemente non utilizzeranno detto servizio. Se questo dà – comunque – fastidio ai loro convincimenti religiosi ed etici, possono prodigarsi per diffondere il loro verbo, ma non possono pretendere che uno Stato lo imponga per legge.

 

Sono rimasta piacevolmente sorpresa di sapere che in Spagna, il governo socialista di Zapatero, stà varando riforme sociali all’avanguardia come il divorzio lampo anche senza responsabilità specifiche, il matrimonio fra gay, la legge sulla procreazione assistita, quella sullo snellimento del cambio d’identità per i transessuali, la norma sulla violenza contro le donne.

Promotrice di queste leggi rivoluzionarie è il vice premier spagnolo Maria Teresa Fernandez de la Vega, una donna!

Essa afferma che, se fra una coppia non c’è più amore, costringerla ad una lunga separazione non salverà il matrimonio e che, come non si domanda a nessuno perché intenda sposarsi, così è giusto non chiedere a nessuno perché voglia divorziare (nel senso che non è compito dello Stato farlo).

Essa afferma, inoltre, che nella società si sono formate diverse concezioni della famiglia, fra cui l’unione di due persone dello stesso sesso, pertanto, il modello di famiglia che ha esclusivamente finalità di procreazione e di continuità della specie, proprio della dottrina della Chiesa, non rispecchia la totalità della società moderna.

Eh sì un bel cambiamento di marcia rispetto al precedente governo di destra di Aznar e rispetto …..alla realtà italiana (sigh!!).

 

 

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