IRAN – UNA META INSOLITA

 

L’IRAN, converrete con me, è una meta insolita per una vacanza, ma l’insolito, a volte, incuriosisce di più.

E’ con questo spirito che ho affrontato questa vacanza di otto giorni in IRAN dopo aver rassicurato amici e familiari.

L’IRAN è un Paese dove la religione islamica è legge dello Stato, dove c’è una profonda divisione tra ciò che si può fare in pubblico e ciò che si fa in privato, dove le costrizioni islamiche sono opprimenti (per le donne), dove il fanatismo è presente, dove il clima di controllo è onnipresente.

L’IRAN è però anche un Paese dove la storia ha lasciato tracce di un’antica civiltà che si esprime nella fierezza del suo popolo, dove il desiderio – di molti o di alcuni? – di comunicare con culture diverse esiste nello sguardo e nei sorrisi della gente.

Il chador – letteralmente "tenda" – che le donne sono obbligate a portare quando escono da casa e che le copre dalla testa ai piedi (oggi evoluto in un foulard allacciato sotto il mento ed in un abito largo e lungo), in IRAN è imposto anche alle turiste direi con l’intenzione, da parte del governo islamico, di non incuriosire troppo le donne iraniane.

Viviamo ormai in un villaggio globale dove telefoni, fax, internet e via via altri strumenti sempre più evoluti, accorceranno sempre di più le distanze comunicative tra genti diverse; in questo villaggio globale non c’è spazio per i regimi dittatoriali che, come tali, per mantenersi hanno bisogno di limitare le libertà personali e le conoscenze individuali; allora i regimi cercheranno di aumentare ed intensificare gli interventi di forza con il rischio di scatenare guerre civili. L’IRAN corre questo rischio perché la religione governa il Paese, una milizia (pasdaran) controlla che l’ordine religioso interno sia rispettato ma l’aspirazione umana alla libertà e democrazia è ineliminabile, si può assopire o reprimere ma la pentola che bolle prima o poi si scoperchierà.

L’Islam ha iniziato a diffondersi in Iran nel 600 d.c, dopo la disgregazione dell’Impero Persiano e di quello Sassanide.

L’integralismo religioso è il vero problema di questo Paese. All’aeroporto di Teheran - voli nazionali – una scritta su neon recita che l’islamismo vincerà il satanico imperialismo americano. Nel quartiere del baazar di Teheran siamo stati rimproverati, additati e forse minacciati da un gruppo di uomini per il solo fatto di essere occidentali.

Il Paese vive del reddito proveniente per l’80% dal petrolio, ha un commercio potente da cui provengono i ricchi iraniani, un’agricoltura ed un turismo quasi inesistenti.

In IRAN ci sono splendidi siti archeologici a Persepoli e Pasargade (quelli da me visitati), c’è un’affascinante piazza a Isfahan, moschee con gli interni rivestiti di piastrelle di vetro e lavorazioni a intarsio (tipici iraniani) a Shiraz.

In IRAN gli aspetti storici ed architettonici sono di valore ma il clima di controllo e di divisione sociale tra uomini e donne mi ha fatto apprezzare maggiormente il sistema politico e sociale europeo ed occidentale. Esso ha come base uno Stato laico dove tutte le religioni hanno uguale diritto di cittadinanza e dove un cittadino è libero di scegliere se credere oppure no.

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