L'IPNOSI

 

 

Dicembre 2001 - "Le Scienze"

L’ipnosi ha fatto molta strada dai tempi in cui era semplicemente un fenomeno sfruttato da ciarlatani.

Considerato per anni un fenomeno riservato alle persone facilmente suggestionabili, da circa quarant’anni l’ipnosi viene studiata in maniera scientifica e trova spazio sulle riviste mediche specializzate.

L’attitudine a venire ipnotizzati non dipende in realtà dalla disponibilità del soggetto, ma da un insieme di fattori e può venire valutata in base ad un’apposita scala messa a punto negli anni cinquanta alla Stanford University.

Se pensate che l’ipnosi si tratti solo d’obbedienza, le ricerche scientifiche vi rispondono che soggetti altamente motivati non riescono ad entrare in stato ipnotico.

Se pensate che il rilassamento sia una caratteristica importante dell’ipnosi, le ricerche scientifiche vi rispondono che si può indurre l’ipnosi anche durante un esercizio fisico.

Se pensate che sia uno stato simile al sonno, le ricerche scientifiche vi rispondono che i soggetti ipnotizzati sono completamente svegli.

Se pensate che sia più facile ipnotizzare individui dotati di una particolare personalità, le ricerche scientifiche vi rispondono che non c’è un legame effettivo con le analisi della personalità.

Perché la scienza è interessata allo studio dell’ipnosi?

Un comitato di verifica istituito nel 1996 presso i National Institutes of Health (USA) ha giudicato l’ipnosi un mezzo efficace con cui intervenire per alleviare il dolore causato da un tumore o da altre malattie croniche. Ponderosi studi clinici indicano anche che l’ipnosi può ridurre il dolore acuto provato dai grandi ustionati, dai bambini che subiscono trapianto di midollo osseo o dalle donne in fase di travaglio durante il parto. Una meta-analisi pubblicata recentemente su un numero speciale dell’"International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis" rivela che la suggestione ipnotica ha alleviato il dolore nel 75% dei 933 partecipanti a 27 esperimenti diversi. L’effetto di riduzione del dolore sotto ipnosi è spesso rilevante e, in alcuni casi, il sollievo corrisponde a quello fornito dalla morfina o addirittura lo supera.

Come però garantire che l’utilizzo dell’ipnosi venga fatto per esclusivi scopi medici? Voglio dire, come tutelare il malato dall’abuso di uno strumento che basa sulla suggestione la sua terapia?

Chiunque può imparare ad ipnotizzare qualcuno ma solo un medico esperto e qualificato può valutare se l’ipnosi è appropriata e, in caso affermativo, in che modo può essere inserita nel trattamento individuale.

L’ipnosi, inoltre, non è uno strumento terapeutico che si può usare – in assenza del medico – tra le quattro mura di casa. L’ipnosi non è l’iniezione che ci possiamo far fare dal parente o dall’amico anche se essi dicono di esserne capaci.

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