Ottobre
2005
C’è relazione tra intelligenza e tolleranza?
L’intelligenza rende più o meno
tolleranti oppure l’intelligenza è ininfluente?
Come sempre, dobbiamo intenderci sul significato di
tolleranza.
Se la tolleranza è la capacità di
ascoltare, non avrei dubbi nell’affermare che l’intelligenza rende più
tolleranti perché una persona molto intelligente è anche una persona curiosa,
aperta al sapere ed alla conoscenza.
Se, invece, per tolleranza intendiamo l’accettazione
acritica di idee e comportamenti, allora una persona
molto intelligente può apparire intollerante perché la consapevolezza di sé e
la marcia mentale in più la rendono più reattiva.
Il dizionario Devoto-Oli definisce così la tolleranza: “atteggiamento di rispetto o di indulgenza nei riguardi dei
comportamenti, delle idee o delle convinzioni altrui, anche se in contrasto con
le proprie”.
Allora, io dico che una persona intelligente ascolta, non tanto
per rispetto o indulgenza, ma per confrontare ed elaborare le proprie idee, per
avere delle conferme oppure per aggiungere elementi nuovi alle proprie
valutazioni ed esperienze.
Si può - così - essere rispettosi ed indulgenti, mantenendo
senso critico e vivacità mentale, quando il contesto,
la situazione e/o gli interlocutori rendono fattivo ed opportuno un
atteggiamento più tollerante.
Al contrario, tollerare idee e comportamenti contrari a
principi e regole date e che possono recare danno, appare più una forma di
passività che di sana e utile tolleranza.
Certo, una persona intelligente non ricorrerà alle manieri forti,
alle mani, perché la sua arma migliore è
quella della mente.
Insomma, la tolleranza è una medicina da assumere in giuste
dosi e….lontano dai pasti.
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