Jean Dubuffet "Nunc Stans" 1965
pittura vinilica su tela
“L’arte si dirige allo spirito, non
agli occhi” disse Jean Dubuffet,
artista “informale” francese del secolo scorso.
Condivido
pienamente quest’affermazione, perché penso che un dipinto, per essere definito
“bello”, deve arrivare all’anima, al cuore, non fermarsi agli occhi.
Jean Dubuffet fece parte di quella corrente artistica, successiva
alla seconda guerra mondiale, denominata “informale”: egli non dipingeva
paesaggi o ritratti ma macchie di colore, istintivamente disposte su tela nella
sperimentazione di forme, colori e materiali nuovi.
La pittura “informale” è istinto,
impulsività artistica, senza ragionamento, senza calcolo, senza studio, senza
saggi di prova.
Macchie
di colori, figure geometriche irregolari sparse in qua e in là, chiazze di
chiari e di scuri, di rossi e di verdi, forme astratte, indefinite ed
indefinibili.
Possono
essere sorgenti d’emozioni, per l’abbinamento dei colori o per la combinazione
di forme, ma rimangono sempre figure astratte, che possono piacere oppure no;
un bel paesaggio è sempre un bel paesaggio, un bel ritratto è sempre un bel
ritratto, ma qui, no, qui l’arte diventa un piacere soggettivo.
Siamo
nel secondo dopoguerra, negli anni tra il 1945 ed il 1970, quando l’arte
“informale” trova la sua massima espressione in Europa.
Ho
visitato la mostra “Informale” allestita a Modena – Foro Boario – fino al
09/04/2006.
Sono
esposti diversi dipinti informali di diversi artisti, tra i quali vorrei
citare, oltre a Dubuffet, Karel Appel, Lucio Fontana, Afro Basaldella, Carla
Accardi, Emilio Vedova, Alberto Burri e, soprattutto, Tancredi.
Tancredi non ebbe una vita fortunata, ma i suoi dipinti sono
veramente molto intensi e belli, i colori sono vivaci e ben abbinati e
l’insieme dà l’idea del movimento, come nella “Composizione del
Di
curata fattura è il dipinto di Carla
Accardi “Blu concentrico” del
Un
occhio di riguardo meritano anche alcuni dipinti di Jean Dubuffet e di Afro
Basaldella.
Informale
è un’arte spontanea, non costruita, a volte bella, a volte brutta, a volte
luminosa, a volte tetra, a volte completamente astratta, a volte quasi
comprensibile, ma è sempre un’arte che vuole dirigersi allo spirito, non
fermarsi agli occhi, fatta di dipinti che vogliono piacere o – ugualmente - non
piacere, ma sempre produrre un’emozione.
Scrivi
a: