IL FILM:

HIMALAYA, L'INFANZIA DI UN CAPO

 

 

Il film è bello per i paesaggi ma anche per la storia ed i suoi contenuti.

La gente di un villaggio situato a 5000 metri sulle montagne dell’Himalaya vive grazie al sale che raccoglie e che poi va a scambiare, più a valle, con il grano. Per guidare a valle gli animali che portano i sacchi di sale ed i loro proprietari occorre un capo. Dopo la morte del figlio, il padre, anche se ormai vecchio, decide di guidare la spedizione, sfidando il più giovane Karma perché lo crede coinvolto nella morte del figlio. Karma partirà lo stesso a capo dei giovani del villaggio.

E’ la storia dello scontro e dell’incontro di due generazioni, quella del vecchio ostinato e che si affida alle tradizioni ed agli dei e quella del giovane che si affida alla sua volontà ed al suo coraggio.

E’ una sfida reciproca contro la paura; il "vecchio", di fronte alle resistenze dell’altro figlio a seguirlo, commenta che prenderà con sé il nipote perché lui, così piccolo, non ha ancora imparato ad avere paura.

Altri passi del film sono profondi e degni di nota, ne riporto solo alcuni che ritengo più espressivi:

"un saggio mi disse che quando ho di fronte due strade devo scegliere quella più ardua"

"l’odio non guarisce il dolore"

ecc.

I paesaggi sono quelli di una montagna incontaminata e splendida; le riprese del sentiero che porta al lago sono fantastiche.

Un consiglio: non andate a vedere questo film in uno di quei cinema multisala che vi fanno entrare solo all’inizio della proiezione ed alla fine vi "buttano" fuori perché potreste volerlo rivedere!!!!

 

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