Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, nasce a Cento (FE) ed è uno dei massimi esponenti
della pittura italiana del Seicento.
Non posso definirmi un’estimatrice del Guercino perché nei
suoi dipinti, prevalentemente a carattere religioso, usa colori troppo scuri
che danno all’insieme pittorico un senso d’eccessiva seriosità ed austerità.
Altro discorso meritano, invece, i suoi disegni.
Egli, infatti, amava anche disegnare ed il suo tratto grafico era così caratteristico
da renderlo, già agli occhi dei suoi contemporanei, tra i massimi disegnatori
di tutti i tempi.
Il Guercino disegnatore sembra un altro artista, rispetto
al Guercino pittore, per il carattere umoristico (caricature) e per lo stile
molto arioso dei suoi schizzi.
Il tratto grafico del Guercino è caratteristico: le sue
opere sono prive di contorni netti, i tratti dei suoi disegni sono sfumati,
quasi a cercare l’aria intorno alle cose.
I suoi disegni, tuttavia, non erano fini a sé stessi, erano
schizzi fatti per arrivare alla stesura finale del dipinto. Il Guercino cercava
continuamente, attraverso il disegno, la soluzione con il massimo effetto,
cosicché lo stesso disegno veniva fatto e rifatto in diversi modi e visuali.
Egli – spesso – capovolgeva la prospettiva, disegnando la scena da diverse
angolature.
Molti dei suoi disegni fanno parte di collezioni private
come quella di Denis Mahon ma altri sono custoditi in vari musei e pinacoteche come l’Ashmolean Museum di Oxford e
Nella terra dove il Guercino ha vissuto si trova – comunque - la maggior concentrazione al mondo di sue opere
(dipinti, soprattutto, ma anche disegni). Partendo dalla Pinacoteca di Cento,
un suggestivo tour guercinesco può proseguire alla
scoperta delle sue opere nelle parrocchiali di Renazzo e Corporeno, per
concludersi nella Cattedrale di Ferrara.
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