LA GLOBALIZZAZIONE DELLA COMUNICAZIONE 


 

 

 

Con la moltiplicazione delle reti di comunicazione elettronica si sono cancellate le distanze, introducendo un nuovo termine: globalizzazione.

 

Le sue origini si possono far risalire alla metà dell’ottocento con lo sviluppo di reti telegrafiche sottomarine, ma tale processo è essenzialmente un fenomeno del ventesimo secolo; è infatti nel corso del novecento che il flusso su scala mondiale (globale) delle informazioni e delle comunicazioni si è trasformato in una caratteristica normale e pervasiva della vita sociale, guidato essenzialmente dalle attività dei grandi conglomerati della comunicazione.

 

Lo sviluppo dei conglomerati della comunicazione ha condotto alla formazione di grandi concentrazioni di potere economico e simbolico generando diseguaglianze nell’accesso alle reti di comunicazione, per il perseguimento di specifici interessi privati.

 

L’accesso alla comunicazione è, comunque, influenzata anche dai processi di ricezione, interpretazione ed appropriazione delle forme simboliche e culturali.

 

L’appropriazione dei prodotti dei media è sempre un fenomeno localizzato, in quanto coinvolge individui che vivono in contesti storico-sociali particolari e che interpretano i messaggi dei media e li incorporano nella propria vita utilizzando le risorse che hanno a disposizione; in questo processo di appropriazione,  adattato ai contesti pratici dell’esistenza, i messaggi originari finiscono per subire delle trasformazioni.

 

La globalizzazione genera anche una presa di distanza simbolica che aiuta gli individui a spaziare con la mente in altri contesti e modi di vita, prendendo così – con l’immaginazione – le distanze dalle loro condizioni di vita e, nel contempo, realizzare una valutazione critica della stessa.

 

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