GENOMA UMANO, siamo solo ai primi passi

 

 

Già oggi è possibile fare test genetici che servono a prevenire la trasmissione di geni malati alla prole (vedi ad esempio l’anemia mediterranea). Un giorno forse la scienza riuscirà a fornirci le conoscenze genetiche che permetteranno alle industrie farmaceutiche di produrre medicine che bersagliano geni specifici. Medicine che cureranno, ad esempio, i tumori alla radice. E’ tanto lontano questo giorno?

La lettura del genoma umana coinvolge in una corsa ad ostacoli le più grandi imprese farmaceutiche mondiali. Le conoscenze genetiche aprono, infatti, strade che significano "soldi a palate" per chi arriva prima ed ottiene un brevetto con il quale studiare nuovi farmaci.

Non basta, però, decifrare il DNA. Non basta conoscere la sequenza dei 100.000 geni che costituiscono il DNA di una cellula.

I singoli geni si attivano e si disattivano a vicenda creando dei circuiti che codificano delle proteine che fanno funzionare o non funzionare bene le cellule, i tessuti, gli organi.

Conoscere la sequenza delle basi del DNA è solo un primo passo.

Il secondo è capire quando e dove i geni sono attivi.

Il terzo è identificare le proteine codificate da questi geni.

Il Dott. Kaufmann, docente presso il Santa Fe Institute nel New Mexico e responsabile scientifico del Bios Group di Santa Fe, afferma che gli strumenti matureranno nei prossimi 10-12 anni, dopodichè si comincerà veramente a fare progressi: a determinare i circuiti per grandi parti del genoma e a capire veramente come funzionano; Kaufmann pensa che fra 30 o 40 anni la scienza avrà risolto ampie regioni del genoma.

Un archivio d’articoli sul Progetto genoma umano e i suoi esiti è consultabile all’indirizzo Internet www.nature.com/genomics/0

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