I NUOVI FARMACI: I "FUNCTIONAL FOOD"

 

 

Aprile 2002

"Che il nutrimento sia la tua medicina e la medicina il tuo nutrimento", così recitava Ippocrate più di 2400 anni fa.

Beh, forse 2400 anni fa gli alimenti erano più naturali, meno additivi o conservanti, ma 2400 anni fa le condizioni igienico-sanitarie alimentari non permettevono la sopravvivenza dei meno fortunati e molti morivano di fame perché non ce n’era per tutti.

Bene, come conciliare il ritorno ad un’alimentazione naturale o più naturale con i fabbisogni produttivi ed igienico-sanitari?

Il biologico è una strada, oggi percorsa o rincorsa da molti, produttori, distributori e consumatori. Coltivare o produrre biologico significa fare meno uso di conservanti, fitofarmaci o additivi vari mettendo in "cantiere" una produzione più limitata, per le perdite dovute ad esempio a parassiti, ed un costo più alto che si traduce in un prezzo al consumo più elevato. Naturalmente, attenzione alle fregature di chi, per guadagnarci di più, spaccia per biologico ciò che non lo è. Controllate le etichette e fidatevi solo del venditore che conoscete bene.

La nutraceutica è l’altra strada. Cos’è la nutraceutica? Sono i cibi funzionali, l’alimentazione salutistica. Sono quei prodotti che hanno proprietà terapeutiche e sono anche quei prodotti chiamati probiotici.

I probiotici sono alimenti che contengono microrganismi vivi che quando ingeriti sono in grado di fornire benefici che vanno oltre il normale apporto nutritivo. L’esempio più tipico sono alcuni latti fermentati. Sono gli yogurt di seconda generazione come LC1 di Nestlè o Actimel di Danone. Contengono fermenti lattici che sarebbero in grado di rafforzare il sistema immunitario.

Ci sono poi i peptidi ed i lipidi bioattivi, provenienti prevalentemente da pesce, carne e prodotti lattiero-caseari, che sembra abbiano un’efficacia anticancerogena.

Ci sono poi le fibre e gli estratti vegetali che sembra – il condizionale è d’obbligo, anche in questo caso, perché le ricerche sono in corso – abbiano funzioni protettive nei cofronti delle malattie cardiovascolari e del sistema nervoso.

A proposito, anche il vino è entrato nella lista degli alimenti che fanno bene. Era già stato osservato, in ricerche condotte al Mario Negri Sud ed all’Università di Bordeaux, che un moderato consumo di vino contribuisce a prevenire le malattie cardiovascolari. Tutto merito dei polifenoli, una classe di ossidanti contenuti nel vino, che conferiscono un ruolo protettivo del sistema cardiovascolare, rallentando l’aggregazione piastrinica e quindi riducendo il rischio di formazione di trombi.

C’ è di più: i polifenoli, più precisamente il resveratrolo, esplicherebbe anche un’azione preventiva di talune forme tumorali, come il tumore mammario, e del deficit mentale negli anziani in quanto favorirebbe la capacità di rigenerazione delle cellule neuronali.

Sigh! È proprio vero che nella scienza non c’è nulla di certo e di definitivo, a scuola m’insegnarono che le cellule neuronali non hanno capacità di rigenerazione!!! Boh.

Comunque, al di là di quest’ultimo commento, potremmo inserire il vino tra i cibi funzionali o all’americana "functional food"!?!

P.S.: anche nell’olio extravergine d’oliva ci sono dei …. fantastici terapeutici polifenoli!!

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