IL FUMO: da fenomeno sociale a vizio privato

 

 

Premetto che non fumo, quindi non m’interessa salvaguardare un presunto diritto, quindi non cerco pretesti.

Una domanda, tuttavia, mi sorge spontanea: quest’accanimento contro il fumo, con legge proibizionista al seguito, è frutto di sincera tutela della salute pubblica o nasconde qualcosa?

"E’ con il nazismo che, per la prima volta al mondo, s’instaura la dittatura del salutismo", spiega lo storico Robert Proctor. In Germania, dal 1933 in poi, le campagne di dissuasione dal fumo erano martellanti e riguardavano in primo luogo le donne, sia perché il fumo veniva considerata un’abitudine licenziosa, sia perché si reputava indebolisse il potere generativo.

Al contrario, negli ambienti della sinistra, - un tempo – il sigaro acceso sapeva di libertà. Era, comunque, socializzante e consolatorio.

Poi è venuta l’epoca dei risarcimenti contro le compagnie produttrici di sigarette, per le malattie contratte a causa del fumo e per la scarsa informazione sui suoi danni.

Poi è venuto il periodo della lotta contro il fumo passivo che ha coinvolto ed ha fatto sentire parte in causa anche i non fumatori.

Poi i divieti di fumo nei luoghi pubblici, ecc.. che hanno relegato il fumo da fenomeno sociale a vizio privato.

Il fumo fa male e la scienza ci dice che provoca tumori polmonari e disturbi cardio-circolatori, i casi e le statistiche ci confermano l’affermazione.

Tuttavia, perché tanto martellamento?!? Perché un governo liberista produce una legge proibizionista?! Scusate, ma quando l’enfasi data alle cose è troppa, m’insospettisco!

Allora, cosa ci può essere dietro?

Vogliono forse distogliere l’attenzione da altri elementi tossici relativi all’inquinamento ambientale?

Vogliono forse concentrare i problemi della salute ambientale solo sul fumo?

Se così, perché?

Forse perché, ad esempio, i depuratori sono costosi e riducono gli utili delle aziende? Forse perché è più facile fare qualche legge antifumo?!

Ai posteri l’ardua sentenza:

Cosa ne pensi?

Scrivi a:

Malaguti.cinzia@iol,it

HOME PAGE