Il ministro della Sanità Veronesi ha dichiarato guerra al tabacco.
Divieto di fumare nei luoghi pubblici come scuole, ristoranti, uffici e desiderio di fare causa alle grandi multinazionali del tabacco affinchè paghino agli Stati i costi sanitari, sostenuti dagli stessi, per i fumatori che si ammalano.
Bene, perché le multinazionali del tabacco hanno sicuramente, nel corso degli anni, giocato sporco, tacendo sui veri danni del fumo e sulla dipendenza da nicotina.
Se andiamo più in profondità nel ragionamento, arriviamo, però, a capire che le multinazionali, in quanto industrie a fini di lucro, avevano tutto linteresse a minimizzare i danni da tabacco. Le autorità sanitarie dei vari stati, invece, dovendo tutelare la salute dei cittadini, dovevano avere e devono avere tuttaltri obiettivi e strumenti dindagine sanitaria. Per le autorità sanitarie si presenta, quindi, un problema di volontà.
Una volontà però, a lungo, assopita, perché?
I Monopoli di Stato producono sigarette (Marlboro, Merit, ecc.) in Italia per conto e su licenza delle grandi compagnie multinazionali, ricavandone introiti per parecchi miliardi.
Ciò può rendere lo Stato poco imparziale nelle sue scelte contro il tabacco o, meglio, alle parole si fa poi fatica a far seguire i fatti: una decisa campagna antifumo può far diminuire le vendite del tabacco prodotto dallo Stato con la diminuzione dei relativi guadagni. Come può lo Stato combattere - realmente - per ridurre i costi sanitari da tabacco e chiederne il rimborso quando industrie dello Stato alimentano i costi sanitari stessi producendo e vendendo le sigarette?!?
Insomma, se il Governo vuole fare una battaglia credibile sul fronte del fumo di sigarette, deve prima privatizzare quelle industrie che le producono.
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