FLESSIBILITA' IN USCITA

 

 

Lo Statuto dei Lavoratori tutela gli stessi dai licenziamenti senza giusta causa.

Le aziende (non artigianali) non possono licenziare un lavoratore assunto a tempo indeterminato a meno che non venga scoperto con le mani nel sacco …. a rubare.

Gli industriali, non contenti degli accordi sulla flessibilità in entrata (contratti a tempo determinato e/o a part-time) vorrebbero anche la flessibilità in uscita (licenziamenti facili).

La Pirelli UK ha potuto ridurre il personale con un indennizzo di 20.000 sterline pro-capite, circa 60 milioni di lire.

Gli industriali vorrebbero poter licenziare liberamente con indennizzo.

Lo Statuto dei Lavoratori è stato una conquista dei nostri padri o dei nostri nonni, quando non c’era, venivano licenziati lavoratori scomodi o politicizzati o sindacalizzati. Bravissimi lavoratori ma scomodi!

Oggi quello statuto tutela anche l’assenteismo e la bassa produttività, in poche parole, chi non ha voglia di lavorare tanto ……"non mi possono licenziare".

Una modifica dello statuto è, però, a doppio taglio perché il parametro delle presenze lavorative finirebbe per colpire anche chi è veramente malato ed il parametro della produttività colpirebbe anche le persone che, in buona fede, hanno ritmi fisiologici più bassi (non siamo macchine!!) ed, inoltre, sarebbe la porta alla reintroduzione di quel cottimo che, in nome della dignità dell’uomo, fu eliminato.

Eliminare l’art. 18 dello statuto dei lavoratori ed accettare gli indennizzi in caso di licenziamento?

Come lavoratrice non mi sembra una bell’idea perché se è vero che l’indennizzo mi darebbe la possibilità d’investire nella mia formazione per la ricerca di un altro posto, è – però – anche vero che l’azienda, con quei soldi potrebbe investire in ricerca & sviluppo quindi creare le condizioni per mantenere e sviluppare l’occupazione.

Troppo comodo sarebbe licenziare quando ci sono anche piccole crisi!!!!

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