L'ORA DI FIDEL CASTRO

Novembre 2003

Oggi ha 77 anni, odiato dagli Stati Uniti sin da quando vinse, insieme con Che Guevara ed altri 82 uomini, la battaglia contro la dittatura di Fulgencio Batista: era il 1° gennaio del 1959.

Parliamo di Fidel Castro! Sono passati 44 anni da quel giorno di vittoria ma non è ancora terminato l’embargo degli USA che significa divieto d’esportazione verso Cuba di generi alimentari ed altro.

Ultimo baluardo del comunismo, Cuba ha resistito al crollo del comunismo nel mondo ed allo scioglimento dell’URSS.

Cuba è un paese perennemente in guerra contro quello che Fidel chiama l’imperialismo americano e così vengono giustificate la repressione e la lotta contro la dissidenza. I dissidenti sono visti – io credo in buona fede –, per la maggior parte, come mercenari al soldo degli Stati Uniti per sfaldare il regime comunista a Cuba.

Se è vero che la libertà di stampa a Cuba è un pericoloso optional per il governo ma per motivi - io credo - paranoici più che dispotici, è anche vero che non ci sono mai state torture e non esiste il culto della personalità (non ci sono manifesti né statue di Castro) come in altri regimi dittatoriali.

Cuba è un paese che soffre la fame e vive la pura sopravvivenza ma il 100% dei bambini và a scuola, lo sport è un diritto per tutti così come la salute; il tasso di mortalità infantile è più basso che negli Stati Uniti (6,5 per mille contro il 7 per mille) e ci sono 70 mila medici per 11 milioni d’abitanti, sono dei record in campo sanitario!; la pubblicità (…quella che crea falsi bisogni!) è proibita così come il divismo.

Rimane però il fatto che non ci sono libere elezioni e che Fidel Castro è al potere da ben 44 anni e non ha intenzione di farsi sostituire se non alla sua morte!

Non sono mai stata a Cuba e, devo dire, immagino che la sua gente viva nell’essenzialismo puro, non libera dai bisogni primari non può desiderare quelli secondari come andare ad un concerto, andare in vacanza in albergo, comperare una macchina fotografica per ricordare le bellezze di un viaggio, andare al cinema, conoscere i modi di vivere d’altri popoli attraverso film o libri o videocassette o viaggi, ecc.. conoscere non solo quello che dice il regime ma …… come si fa se tutta la giornata viene impiegata a cercare di portare a casa un pezzo di pane!!!?!!!

Ecco, gli Stati Uniti sbagliano a pensare di far crollare il regime di Fidel Castro con l’embargo, tutt’altro dovrebbero fare: soddisfatti i bisogni primari, il popolo non può che cercare quelli secondari e, se il regime non glieli permette, ….. il popolo non può che ribellarsi ad una vita piatta!!!!

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