maggio 2004
La vendita dei farmaci generici è passata, in 3 anni, dallo 0 al 12% con una media del 4% annuo, poco se si pensa che il prodotto generico è tale e quale al farmaco di marca perché utilizza lo stesso principio attivo ma costa di meno.
Il farmaco è un prodotto come tutti gli altri nel senso che il suo prezzo risente anche dei costi di marketing e pubblicità; il farmaco generico costa meno perché non ha quei costi, tantè vero che il suo nome corrisponde a quello del principio attivo, in altre parole non ha marca, non ha "brand" ma .ha unindustria che lo produce.
Lacquisto di un farmaco generico significa così un risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale ed un risparmio per il consumatore che, diversamente, deve pagare la differenza tra generico e marca.
Il 4% annuo è poco ma è stato sufficiente a modificare la politica del prezzo di un noto antinfiammatorio: lAulin. Il prezzo dellAulin è passato dai 12 euro circa del 2001 agli attuali 4,91 che è sempre, comunque, quasi il doppio del prezzo del generico.
La Roche, azienda produttrice dellAulin, ha dovuto abbassare il prezzo del suo prodotto per non perdere eccessive quote di mercato; quando un consumatore si accorge che spende quasi 10 euro in più (nel 2001), cioè circa 20 mila delle vecchie lire, per un farmaco che dà gli stessi risultati di un generico, forse cambia registro! Forse, appunto! Forse, appunto, quando se ne rende conto.
Il generico fa fatica a decollare anche per lestrema lunghezza della durata dei brevetti in Italia (i brevetti sono quei vincoli che proteggono il "diritto dautore" impedendo ad altri per un certo periodo di tempo di utilizzare "la scoperta"). I brevetti in Italia, infatti, durano anche 13 anni in più che in altri paesi UE. Lestrema lunghezza porta i pazienti ad affezionarsi al brand ed a credere che sia migliore del farmaco generico.
La differenza di prezzo, spesso elevata, è comunemente giustificata da una presunta migliore efficacia, complici i medici .un po influenzati da gadget e premi.
Non vi sentite truffati??
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