L'ETNA STA' CAMBIANDO IDENTITA'?

Sono stata sull’Etna molti anni fa, in quel periodo era tranquillo, a differenza di questi ultimi tempi che è irrequieto.

Come sapete l’Etna è un vulcano attivo.

I vulcani non si distinguono solo per il fatto d’essere attivi o spenti.

Ci sono tre tipi di vulcani:

• quelli che si trovano nelle zone di rift, in cui due zolle si allontanano l’una dall’altra, creano una frattura attraverso la quale il materiale sottostante del mantello superiore, più caldo e plasticamente deformabile, si fa largo; questo tipo di vulcanismo determina la continua formazione di nuova crosta oceanica;
• quelli che compaiono nelle zone di subduzione in cui si verifica – all’opposto del caso precedente – l’avvicinamento, la collisione e l’incuneamento di due zolle che finiscono una sotto all’altra; i magmi che ne scaturiscono sono più ricchi di gas e d’acqua; la loro ricchezza di gas li rende i più pericolosi e le loro eruzioni sono di tipo esplosivo; il magma viene espulso con violenza e solidificando in volo forma bombe, lapilli e cenere; i più famosi sono il Mount St. Helens (Stati Uniti) e il Pinatubo (Filippine);
• quelli che si formano in corrispondenza di punti caldi ovvero correnti ascendenti verticali incanalate e provenienti dal mantello profondo; il magma è a bassa viscosità ed esce lentamente anche se massicciamente, è – generalmente – controllabile; vulcani di questo tipo sono il Mauna Loa sull’Isola di Hawaii e l’Etna.

Bene, detto questo, torniamo all’Etna.

Le analisi effettuate sulla composizione dei prodotti delle ultime eruzioni (escludendo quella in corso su cui gli esami sono ….in corso) fanno emergere un ipotetico cambiamento d’identità del nostro vulcano più famoso.

Le analisi, infatti, eseguite da un gruppo di ricercatori franco-italiani diretto da Pierre Schiano, rivelano una tendenza preoccupante: il magma più antico proviene da un "canale" (pennacchio) nella parte più profonda del mantello terrestre mentre quello più recente è mescolato a materiale fuso originato in una zolla che si stà immergendo nel mantello (zona di subduzione). Quest’ultimo fatto geologico è quello che alimenta il vulcanismo delle vicine Isole Eolie.

C’è qualcosa che si stà muovendo là sotto!?!?!

Il magma proveniente dalle zone di subduzione induce pericolose eruzioni esplosive. Ci vorrà però - ammesso che queste analisi vengano confermate – tanto, tanto, tanto tempo prima che si verifichino perché i cambiamenti geologici sono lenti, lenti, lenti.

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