Un’importante mostra allestita a Roma, in questa primavera 2007, ci dà
l’opportunità di conoscere questo affermato pittore tedesco del Cinquecento,
alla cui formazione contribuì in maniera considerevole anche l’arte italiana.
Durer e' pittore affermato nel campo della ritrattistica, per lui il
ritratto deve captare la vita e la verità della persona senza ometterne le più
piccole rughe.
Il ritratto era per lui un atto di ricerca della verità che si
estendeva a tutti i campi, non solo quello dei visi umani.
Nato a Norimberga nel 1471, si formò come pittore anche a Venezia che
gli trasmise la morbidezza del colore ed
il taglio dei ritratti all'altezza delle spalle.
In Italia egli poté arricchire la sua cultura nordica con il fervore dell'umanesimo
italiano, confrontandosi con artisti come Mantegna, Giovanni Bellini (che
divenne suo amico), Leonardo e Pollaiolo.
Durer fu affascinato dalla potenza della natura, la raffigurò in
diversi disegni ad acquerello, cercando quel rapporto intimo con la natura, da
cui tirare fuori il meglio dell’arte.
I suoi dipinti religiosi classici e i suoi disegni cavallereschi e
celebrativi, i suoi ritratti vari, sono
caratterizzati da linee decise e ben definite, dando l'impressione di un
pittore sereno, non inquieto, in pace con sé stesso.
La fedele osservazione della natura vista da vicino
servirono come base alla pittura barocca di Caravaggio e di Carracci.
Egli scrisse un libro sulla simmetria dei corpi umani,
considerato ancora in pieno Seicento il miglior manuale per l'avviamento
razionale all'arte e scienza della pittura.
Nella Venezia del Cinquecento, Durer non fece fatica ad incontrare i
gusti della nobiltà veneziana che gli commissionò importanti realizzazioni, ma
si può affermare che egli influenzò la pittura nordica con le conoscenze e gli
stili appresi nei diversi anni in cui soggiornò in Italia.
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