una mostra: DEGAS E GLI ITALIANI A PARIGI

Palazzo dei Diamanti – Ferrara

Dal 14 settembre 2003 al 16 novembre 2003

La mostra è dedicata ad un maestro – DEGAS - ed a quattro suoi allievi che sono, in alcuni dipinti, diventati più bravi del maestro stesso: BOLDINI, DE NITTIS, ZANDOMENEGHI E ROSSO. Particolarmente pregevole ho trovato "Al caffè" di Zandomeneghi, stesso stile di Degas (che poi vi racconterò!) ma decisamente più incisivo lo sguardo della donna leggermente velata e più decisi i colori. Boldini, poi, ha dato la voglia a Degas di dipingere i paesaggi, il "vade retro" del grande pittore francese.

Quattro italiani andarono a Parigi a studiar l’arte di Degas!

Perché rimasero affascinati dalla sua arte e dal suo modo di esprimerla?

Degas era un parigino fino al midollo ma la sua famiglia aveva origini americane, per parte di madre, e italiane, per parte di padre. Degas è stato più volte in Italia e lì i nostri quattro pittori ebbero modo di apprezzarlo.

Degas si può definire un impressionista ribelle, lui si definiva un impressionista indipendente.

Perché?

Innanzi tutto, non gradiva – a differenza degli altri pittori impressionisti – dipingere paesaggi; egli non si sentiva attratto dalla natura e preferiva raffigurare scene e persone, con predilezione per le corse, le ballerine, i cavalli, i nudi.

Degas amava dipingere le persone cogliendone espressioni e momenti intimi, cioè al di là della messa in posa: la ballerina che si massaggia la caviglia o quella che si allaccia la scarpetta.

Devo dire che Degas deve aver avuto una passione per le ballerine vista la quantità di dipinti con questo soggetto, in realtà, credo egli fosse attratto dall’eleganza del movimento in genere.

Vediamo, anche, nella rappresentazione di scene all’ippodromo che la sua attenzione è catturata proprio dall’elegante movimento dei cavalli, pregevole "Dietro lo steccato" del 1880-90.

La ricerca della rappresentazione intima delle persone raggiunge il suo apice con i nudi: le donne non sono dipinte in posa, non guardano il pittore, Degas le riprende "come guardandole dal buco della serratura".

Ho osservato i dipinti di Degas con attenzione e devo dire che preferisco l’impressionismo classico, dove la natura ed i paesaggi sono trionfi di colori, dove c’è la forza e la debolezza, dove c’è il mondo; posso dire che i dipinti di Degas, almeno quelli esposti a Ferrara, mi hanno messo tristezza?! I colori: mai decisi; i visi e la loro espressione: non centrali rispetto alla rappresentazione di un intimo movimento; la location: spesso interna, chiusa. Inoltre, i vari soggetti rappresentati non hanno, diciamo, pari dignità: quelli non principali sono maggiormente sfumati.

Ho, invece, trovato splendide le sue sculture.

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