Consigli per vincere la timidezza

 

Aprile 2006

 

Cosa sarebbe la vita senza un po’ di timidezza?!

 

Arrossire in situazioni di disagio, tremare in condizioni di

paura del giudizio altrui, sono fatti riscontrabili nella vita

di ciascuno di noi, a cui si può reagire prontamente, ma che

– a volte – ci possono “paralizzare”.

Qui c’è la differenza tra semplice e naturale timidezza e fobia sociale.

 

 

A volte siamo restii di fronte a situazioni che c’incutono timore, a volte il nostro umore non ci consente d’essere brillanti come vorremmo, ma tutto ciò non è timidezza.

La timidezza è quella condizione cronica a causa della quale chi n’è affetto vorrebbe essere invisibile in mezzo alla gente, perché teme sguardi, giudizi, parole, movimenti degli altri verso di sé, si sente nudo in mezzo agli altri, sovrastimando l’azione avversa e sottostimando la propria.

Il vero timido si sente al centro dell’attenzione, sempre e comunque, e ciò genere in lui un’ansia insopportabile.

 

Un po’ di timidezza non guasta nel gioco delle parti, ma quando allontana da ogni contatto sociale, diventa fobia, ed allora occorre porvi rimedio.

Il concetto centrale è proprio quel sentirsi sempre al centro dell’attenzione, una deformazione della realtà tipica del sociofobico.

                                 Per capirne la natura dobbiamo andare indietro nel tempo, nell’infanzia,                                      quando il bambino vive una realtà a senso unico, fatta di sé in mezzo ai                                      genitori, che lo curano, lo nutrono, lo puniscono, lo coccolano, ecc… Il bambino                                  si sente così al centro dell’attenzione e tutto ciò che gli succede intorno crede che a lui sia dovuto e che da lui sia dipeso; questa sensazione infantile verrà maturata crescendo.

La presenza di una famiglia chiusa, poco socializzante, diventa – così – una delle cause della successiva mancata o parziale maturazione sociale, venendo a meno nel bambino punti di riferimento o esempi di socializzazione.

 

Da ciò se ne esce con la comprensione delle cause della timidezza e con la consapevolezza che quei pensieri paralizzanti sono frutto di deformazione della realtà.

Esporsi, affrontare livelli d’ansia crescenti è un ottimo sistema per comprendere che la propria angoscia è spesso non percepita dagli altri e che, comunque, non ci sono conseguenze a lungo termine.

 

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