Luglio 2005
Il
prezzo del basso costo dei prodotti cinesi viene
pagato non solo dall’economia occidentale che ha perso competitività sugli
articoli a basso valore aggiunto ma anche e soprattutto dagli stessi lavoratori
cinesi.
I
prodotti cinesi costano poco, non solo per effetto del mercato e della moneta,
ma anche e soprattutto per le condizioni di lavoro ai limiti dello schiavismo.
Le
industrie cinesi del Sud che invadono i mercati occidentali con prodotti
tessili e calzaturieri a basso prezzo, pagano salari da fame e chiudono a
chiave i dormitori di notte per evitare fughe!!
Operai
ed operaie cinesi lavorano anche 12 ore al giorno e spesso non vedono lo
stipendio per mesi; lo sfruttamento a tutto tondo ignora anche le minime
condizioni di sicurezza e protezione ambientale, il cui costo andrebbe ad
incidere sul prezzo finale dei prodotti.
I
prodotti cinesi costano troppo poco perché sono stati fatti sfruttando gli
operai e l’ambiente.
Possiamo
pensare che tali condizioni di lavoro possano durare a lungo?
Il
sindacato in Cina è un’emanazione della direzione governativa e non è facile
costituire sindacati autonomi.
Il
malcontento tuttavia aumenta e le moderne tecnologie (antenne satellitari,
internet, posta elettronica, radio oltre confine, ecc..) aiutano e favoriscono
l’aggregazione.
La
repressione stile “Piazza Tien An Men” dove nel 1989 furono fucilati operai e
studenti ribelli, oggi – io credo – non è possibile.
Una
bella sfida per il governo comunista cinese che non può più permettersi azioni
di forza perchè controproducenti per le esportazioni, per i rapporti
commerciali con l’estero e per le sue ambizioni.
Cinesi
di tutto il mondo unitevi a chiedere il rispetto dei vostri diritti e
pretendere condizioni di lavoro umano, salari adeguati e rispetto dell’ambiente
in cui vivete!!!
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