MOBILITA' CICLABILE: PER L'UOMO E PER L'AMBIENTE

 

 

Novembre 2003

Tranne qualche rara eccezione, oggi la bicicletta – per gli italiani – è più uno strumento ricreativo che un mezzo di spostamento; è più un mezzo per passare qualche rilassante ora domenicale che un mezzo per andare al lavoro o a fare commissioni o shopping.

Gli italiani, però, non hanno tutti i torti: per girare con la bicicletta in sicurezza per le strade di una qualsiasi città italiana, occorrono adeguate piste ciclabili, altrimenti, oltre ad essere uno stress maggiore dell’uso dell’auto (per l’attenzione che bisogna porre nel percorrere il traffico automobilistico cittadino) è anche un rischio per la propria vita.

L’Italia, però, o - meglio - alcune città stanno facendo sforzi notevoli per migliorare la mobilità ciclabile con impegni finanziari nella costruzione di chilometri di piste; significa creare infrastutture per la riduzione di traffico ed inquinamento. Vi sembra poco?!?

Ad esse si potrà, poi, abbinare qualche forma d’incentivazione, giusto per stimolare ed abituare gli italiani ad usare il velocipede ed a lasciare l’auto in garage!

Altri Paesi europei, con condizioni climatiche ben più sfavorevoli, hanno una cultura della mobilità ciclabile ben più radicata ed antica della nostra: dall’Olanda ai Paesi nordici, da Parigi a Bruxelles.

Alcuni Paesi hanno sperimentato delle forme originali e curiose d’incentivazione all’uso della bicicletta che vi voglio raccontare.

In Belgio, nelle Fiandre, hanno avuto l’idea dello shopping a pedali: una tessera a punti che il negoziante timbra ogni volta che il cliente si presenta a fare acquisti in bicicletta; con un certo numero di timbri si vincono dei premi.

Il Porto di Bruxelles ha avviato un piano d’incentivi economici per i dipendenti che si spostano in bicicletta: un bonus di 0,15 euro per ogni chilometro percorso.

L’Italia è ancora nella fase di costruzione od estensione della rete ciclabile, tuttavia alcune città italiane sono delle avanguardie.

Parliamo, comunque, sempre d’iniziative locali, comunali o regionali, perché – purtroppo – gli stanziamenti governativi latitano: lo scorso anno, dalla finanziaria del governo berlusconiano per la legge 366/98 sulla mobilità ciclabile, è stato previsto zero euro; la legge 366/98 fu fatta dal governo di centro-sinistra che dimostrò un attenzione ai problemi dell’ambiente e della viabilità.

Veniamo alle nostre avanguardie:

Ferrara, innanzi tutto, dove il numero di spostamenti in bici è tra i più alti d’Europa e raggiunge il 30,9% del totale. A Ferrara hanno il culto della bicicletta considerando che ogni abitante possiede, in media, tre biciclette e, pensate, esiste in Comune l’Ufficio biciclette! Ferrara ha una rete di 50 chilometri di percorsi ciclabili all’interno della cinta muraria e quasi 10 chilometri di circonvallazione all’esterno della cinta.

Al secondo posto, in termini di numero di spostamenti in bicicletta, viene Bolzano con un 17,5% (punte del 25% nel periodo estivo) di spostamenti in velocipede sul totale; Bolzano ha 24 chilometri di percorsi ciclabili all’interno della città.

Per il terzo posto, aspetto vostri suggerimenti!!!

Brescia, Torino, Pordenone sono altre città con un forte impegno ciclistico-ambientale.

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