IL BUON SAMARITANO

 

Marzo 2004

La disponibilità all’aiuto nasce da un complesso gioco di fattori fra i quali la bassa densità di popolazione, una scarsa produttività economica e ritmi di vita lenti.

Questo è il risultato della ricerca condotta da Robert V. Levine, professore di psicologia alla California State University di Fresno, insieme ai suoi studenti.

Una ricerca sulla disponibilità a dare una mano ad un estraneo in difficoltà che ha toccato 23 paesi nel mondo.

Essa si è basata su tre test: la penna lasciata cadere per vedere in quanti l’avrebbero raccolta, i fogli di una persona disabili che sono scivolati per terra e il non vedente che deve attraversare la strada in evidente bisogno d’aiuto.

Rio de Janeiro in Brasile si è classificata al 1° posto – al 2° c’è la capitale del Costa Rica –, quale città più altruista, mentre Kuala Lumpur in Malaysia è all’ultimo posto (del campione) preceduta da New York, quale città meno attenta al prossimo.

Dalla ricerca risulta che le città più indaffarate hanno meno tempo per aiutare un estraneo in difficoltà ma, soprattutto, le persone che le abitano sono più guardinghe e diffidenti.

Il mio commento.

Le città più densamente popolate e con una spiccata cultura del capitale sono anche quelle dove le differenze socio-economiche sono più marcate, dove è più sviluppato l’attaccamento al denaro e dove è più avvertita la minaccia al capitale che si esprime – anche – nella paura del prossimo.

Le città densamente popolate ma con una cultura più orientata al sociale che al capitale, che all’arricchimento individuale, come quelle ispano-portoghesi – che si sono piazzate nei primi posti nella ricerca -, hanno ritmi più lenti che si manifestano anche con la maggiore attenzione verso il prossimo.

Insomma, è il capitale e la sua adorazione che ci rende meno umani e più egoisti?

Cosa ne pensi?

Scrivi a:

malaguti.cinzia@iol.it

HOME PAGE